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Pubblicato il Settembre 10th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Zuffanti & Z Band – Il mondo che era mio (2014)

Tracklist
1. In Limine
2. Rainsuite
3. Orizzonte Degli Eventi
4. Una Sera D’Inverno
5. La Quarta Vittima
6. Non Posso Parlare Più Forte
7. La Notte Trasparente

Etichetta Penny Records/CD

Durata 46’13”

Personell
Fabio Zuffanti (bass, bass pedal, voice) ● Giovanni Pastorino (keyboards) ● Martin Grice (sax, flute) ● Matteo Nahum (guitar) ● Paolo “Paolo” Tixi (drums)

Con il suo eccezionale La Quarta Vittima, Fabio Zuffanti è stato uno degli artisti della nuova scena progressive rock che nel 2014 ha raccolto più consensi, come hanno testimoniato anche molte delle playlist che sono state pubblicate all’inizio di quest’anno. Più che comprensibile quindi che, sull’onda dell’entusiasmo, l’artista genovese abbia provato a dare un seguito anche dal vivo a quanto di buono fatto in studio: ecco quindi la nascita di una nuova formazione, la Z Band, e un manipolo di date tra Italia, Belgio, Olanda e Canada in cui ad assistere Zuffanti, impegnato come di consueto al basso e alla voce, troviamo una line up di alto livello costituita da Matteo Nahum (chitarre), Paolo Tixi (batteria), Giovanni Pastorino (tastiere) e, dulcis in fundo, il grande Martin Grice, flautista e sassofonista dei Delirium. In assenza di una registrazione ufficiale tratta dal tour, con Il mondo che era mio Zuffanti cerca di catturare e restituire all’ascoltatore almeno una parte della magia di quelle esibizioni attraverso un atipico quanto riuscito “live in studio”. La scaletta proposta spazia giustamente lungo tutta la ventennale carriera artistica di Zuffanti: dai primi vagiti new prog di metà anni ’90 con i Finisterre, fino alle pennellate sinfoniche del progetto Höstsonaten e al dark prog della Maschera di Cera. Quelli che rimangono più impressi sono però ancora una volta i tre estratti dal recente La Quarta Vittima, a conferma della capacità dell’artista genovese di trascendere i limiti e i cliché imposti da un genere, il progressive rock, che ormai non può che stargli stretto.

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