Pubblicato il Luglio 31st, 2017 | by Vincenzo Giorgio
0Yugen – Iridule (2010)
1. On the brink
2. The scuttle of the past out of the cupboards
3. Iridule
4. Overmurmur
5. Scribbled
6. Becchime
7. Ice
8. Ganascia
9. Thaw
10. Serial(ist) killer
11. Cloudscape
Etichetta Altrock/CD
Durata 48’51”
Simone Beneventi (vibraphone, marimba, glockenspiel) ● Paolo Botta (Hammond organ, piano, synths) ● Giacomo Cella (bassoon) ● Valerio Cipollone (soprano sax, soprano clarinet, bass clarinet) ● Enrica Di Bastiano (harp)) ● Elaine Di Falco (vocals) ● Michele Epifani (harspichord) ● Maurizio Fasoli (piano) ● Mike Johnson (guitar) ● Dave Kerman (drums) ● Tommaso Leddi (mandolin) ● Elia Mariani (violin) ● Giuseppe Olivini (percussions, theremin, shruti box) ● – Alberto Roveroni (drums) ● Peter Schmid (contrabass clarinet, bass clarinet, tubax)) ● Guy Segers (bass) ● Markus Stauss (alto, tenor and bass sax) ● Dave Willey (bass) ● Francesco Zago (guitars, mellotron, prepared piano)
A cinque anni dall’ottimo esordio (LABIRINTO D’ACQUA) e dopo la magnifica parentesi “esecutiva” (Yugen plays Leddi – UOVA FATALI del 2008) ritorna in gran spolvero Yugen, band sempre più internazionale e “aperta” guidata dal chitarrista, tastierista Francesco Zago. Quel sapiente cross-over tra RIO, miasmi crimsoniani, e sghembi occhieggiamenti a Frank Zappa già più che abbozzato nell’opera prima trova in questo IRIDULE il suo compimento. Grazie ad una formazione che definire “stellare” sarebbe dir poco riduttivo (oltre ai grandissimi Thinking Plague in formazione pressoché completa – Mike Johnson, Elaine Di Falco, Dave Wiley, Dave Kerman – vanno ricordati lo svizzero Markus Stauss ai fiati, Guy Segers degli Univers Zero al basso e l’ex Stormy Six Tommaso Leddi al mandolino) l’ascoltatore viene introdotto in un affascinante viaggio attraverso sonorità scure e incombenti dove lo spettro degli Univers Zero aleggia minaccioso fin dall’inaugurale On The Brick, aprendosi poi a paesaggi sospesi tra i primi Henry Cow e il chitarrismo nervoso del miglior Robert Fripp (The Scuttle Of The past Out Of The Cupboards) dove spicca l’insistita ricerca della dinamica del suono. Da segnalare la sviscerata bellezza dell’omonima Iridule – una sorta di ballad siderale cantata dalla inarrivabile Di Falco e composta (come del resto tutto l’album) dalla felicissima mano di Zago, soffice preludio alla irsuta Overmurmur – quasi dieciminuti di suono nerissimo dove il gusto cameristico (tipico della band) emerge in tutta la sua dolente solennità. Di grande impatto emotivo la brevissima Scribbled dove la voce di Elaine (presente anche nei bellissimi bozzetti post-dodecafonici di Ice e Thaw) viene rarefatta in una tavolozza molto contigua a Ligeti, mentre la successiva Becchime (senza dubbio uno dei vertici del CD) riesce a sposare poliritmie tipicamente zappiane con il gusto pastellato dell’ensemble fiatistico. Infine una parola particolare va spesa per la conclusiva Cloudscape: otto minuti di purissima poesia, introdotti da un interplay molto minimalista in cui si innerva un suggestivo crescendo, dove la voce della vocalist americana si fonde a perfezione nell’intricato tessuto orchestrato da Zago. Davvero un disco notevole.