Pubblicato il Agosto 25th, 2016 | by Lorenzo Barbagli
0Yugen – Death By Water (2016)
1. Cinically correct (7:48)
2. Undermurmur (1:31)
3. Death by water (5:06)
4. Ten years after (1:12)
5. As it was (4:58)
6. Studio 9 (2:36)
7. As a matter of breath (9:27)
8. Drum’n’stick (2:12)
9. Der Schnee (6:05)
10. A House (1:25)
Etichetta AltrOck Productions/CD
Durata 42’22”
Stefano Ferrian (8-strings guitar, tenor & alto sax, Chapman stick) ● Francesco Zago (electric & acoustic guitars, 12-strings guitar, mellotron) ● Dalila Kayros, Elaine Di Falco (vocals) ● Alessandro Cassani (electric bass) ● Matteo Lorito (double bass) ● Paolo “Ske” Botta (electric pianos, Hammond organ, ARP) ● Maurizio Fasoli (piano) ● Michele Salgarello, Carmelo Miceli (drums) ● Jacopo Costa (vibes, marimba, glockenspiel, zimbalon) ● Giuseppe A. Olivini /percussions, theremin, toy piano) ● Valerio Cipollone (soprano, piccolo & bass clarinet, soprano sax) ● Peter Schmid (tubax, contrabass clarinet, contrabass flute) ● Fedele Stucchi (trombone, euphonium) ● Taiko Lecco (taiko drums ensemble) ● Simone Quatrana (piano on tracks 7 & 9) ● Massimo Dolce (electric guitar on Death by water) ● Dave Willey (portuguese guitar on A House, accordion on As it was)
Nonostante l’ultimo album in studio degli Yugen, Iridule, risalga al 2010, la gestazione del nuovo Death by Water non ha occupato questo lungo lasso di tempo, anche se la sua complessità musicale farebbe pensare il contrario. In realtà, il principale responsabile della sigla Yugen, Francesco Zago, si era nel frattempo dedicato ad altri progetti e collaborazioni come Empty Days (con Elaine Di Falco dei Thinking Plague, che ritroviamo come ospite anche qui) e il gruppo Not a Good Sign. Con Death by Water, Zago torna a calcare i territori del Rock in Opposition, compiendo un’evoluzione radicale di ricerca simile a quella degli Henry Cow. Scegliendo di collocarsi nella sponda più sperimentale del progressive rock, la musica degli Yugen non è stata mai di facile assimilazione, ma se per sperimentazione intendiamo esplorare e spingere i limiti della composizione verso nuove sfide, allora Death by Water appare come il lavoro più ambizioso e complesso di Zago. Stilisticamente diviso su due fronti, uno più aggressivo e l’altro più pacato, il disco ritorna ad una matrice rock da camera che ingloba le avanguardie classiche del Novecento. Ma questa volta, insieme a Stravinsky, Schoenberg, Univers Zero, tra coloro che hanno ispirato la direzione, in un certo senso estremista, di Zago, va aggiunto il nome di Conlon Noncarrow e i suoi esperimenti compiuti sul ritmo e sull’autopiano ai limiti dell’abilità esecutiva. Si arriva quindi ad una concezione lacerante di atonalità e cacofonia su Cinacally Correct, Undermurmur e as-a-matter-of-breath dove ogni strumento sembra disgiunto dall’altro, creando però un’unita caotica e convulsa. Anche il lato quieto offre delle soluzioni mai scontate, andando oltre l’accessibilità che poteva trasparire da un brano come Cloudscape: l’astrattismo autunnale della title-track che non suggerisce temi, ma solamente dinamiche aleatorie, o la crepuscolare As It Was, cantata dalla Di Falco, che risplende di pallidi riflessi canterburiani. Come nota a margine un plauso anche all’altra cantante (termine riduttivo) coinvolta, la bravissima Dalila Kayros che con i suoi interventi sporadici ma incisivi, tra l’improvvisazione vocale e la ricerca timbrica, aggiunge a Der Schnee e Cinacally Correct una qualità trascendentale.