Pubblicato il Dicembre 2nd, 2019 | by Roberto Paravani
0Yes – From a Page (2019)
CD 1
From a Page
1. To The Moment
2. Words on a Page
3. From the Turn of a Card
4. The Gift of Love
CD 2
In the Present – Live from Lyon
1. Siberian Khatru
2. I’ve Seen All Good People
3. Tempus Fugit
4. Onward
5. Astral Traveller
6. Yours Is No Disgrace
7. And You and I
8. Corkscrew
9. Second Initial
CD 3
In the Present – Live from Lyon
1. Owner of a Lonely Heart
2. South Side of the Sky
3. Machine Messiah
4. Heart of the Sunrise
5. Roundabout
6. Starship Trooper
Etichetta Yes Records/3 CD
Durata 25’56” + 69’18” + 62’55”
Chris Squire (basso, voce) ● Steve Howe (chitarre, voce) ● Alan White (batteria) ● Benoît David (voce) ● Oliver Wakeman (tastiere, voce)
Il 22 settembre del 2004 a Monterrey in Messico si tiene l’ultimo concerto della formazione “storica” degli Yes. Subito dopo, Rick Wakeman abbandona il gruppo, sostituito da uno dei suoi numerosi figli: Oliver. Passa del tempo, si progetta un nuovo tour, nuovi lavori, ma di lì a poco Jon Anderson viene bloccato da gravi problemi di salute. Il gruppo decide di non aspettarlo e lo sostituisce con Benoît David, sconosciuto cantante di una cover band. Con questa insolita formazione, gli Yes riprendono a fare concerti sul finire del 2008. Da uno di questi concerti, quello del primo dicembre 2009 a Lione, è tratto il live del ritorno, sino a ieri unica testimonianza di questa formazione. Parallelamente iniziano a comporre e registrare materiale per un nuovo album, sino al momento in cui viene coinvolto nella produzione il vecchio discepolo Trevor Horn, che però si porta dietro il suo inseparabile compagno di merende Geoff Downes. Giocoforza Wakeman jr viene estromesso e con lui ciò che aveva composto per il nuovo progetto discografico.
Ora questi quattro pezzi diventano un nuovo EP degli Yes, anche se FROM A PAGE è stato curato esclusivamente da Wakeman Jr. con l’approvazione di Howe, White e David e pubblicato – senza troppi squilli di tromba e senza particolari avvisi – esclusivamente attraverso lo shop di Burning Shed. Wakeman ha completato i pezzi, aggiungendo altre tastiere e voci. Va ricordato che di From the Turn of a Card, Wakeman e Gordon Giltrap ne fecero una versione sul loro album del 2013 RAVENS & LULLABIES, con lo stesso Benoît David alla voce. La versione qui presente è un duetto piano/voce che “ruba” il canto di David da quell’album e gli abbina parti di pianoforte risuonate da Wakeman. The Gift of Love invece sembra essere frutto di uno sforzo collettivo, magari una jam, visto che è cofirmato dai cinque.
Che dire di questi inediti? Niente di orrendo ma neanche niente di epocale. Sono pezzi qualitativamente in linea con la storia recente della band, diciamo post 2004, che però sfigurano di fronte a quanto prodotto negli anni settanta. Molta enfasi, qualche eccesso di melassa, episodiche melodie accattivanti, AOR ove un tempo c’era prog sinfonico: To The Moment è l’ennesimo tentativo di trovare una nuova hit, una ossessione degli Yes post Owner of a Lonely Heart. Words on a Page è una ballatona sin troppo leziosa. From the Turn of a Card ha il merito di essere il pezzo più asciutto. La suite The Gift of Love è pallida e dozzinale.
L’album esce come singolo LP o triplo CD: in quest’ultimo caso viene associato ai quattro pezzi anche il live di cui si discuteva in precedenza, IN THE PRESENT, testimonianza nitida del preciso momento in cui il lento declino di una anziana band, subisce una decisa accelerazione: i vecchietti perdono colpi, semplificazioni e rallentamenti sono alla base dei nuovi arrangiamenti e le nuove leve non aiutano granché, anche se – specificatamente a questo live – le tastiere di Oliver Wakeman ne escono più che dignitosamente. Esempio lampante proprio l’iniziale Siberian Khatru, il brano più nervoso ed imprevedibile degli Yes che qui diventa una oziosa e sonnolenta ballata.
Ennesimo, inconfondibile, imperturbabile, immutabile progetto grafico a cura di Roger Dean, per il quale ormai si fa fatica a trovare nuovi aggettivi negativi.