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Pubblicato il Settembre 8th, 2016 | by Paolo Formichetti

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Vito Ranucci – KTC Killing The Classics (2015)

Tracklist
1. Amadeus
(W.A. MOZART Symphonie Nr. 40 in g – Moll KV 550 1. Satz)
2. Night To Love
(A. VIVALDI “Concerto in Sol, Alla Rustica” RV 151 II mov)
3. Tempus Fugit
4. La Danse
(E. SATIE GNOSSIENNE Nr. 1)
5. Innocence
(M. RAVEL “Pavane pour une infante défunte”)
6. Lost In The Garden
7. Lobet Den Herrn
(L. V. BEETHOVEN Symphonie Nr. 9 in d Moll Op 125 3. Satz)
8. CUM Dederit
(A. VIVALDI Nisi Dominus Salmo 126 in G mineur RV 608)
9. La Vita
(G. PUCCINI Tosca ” e lucevan le stelle”)
10. Le Ciel D’Hiver
(F. CHOPIN Prélude in E mineur Op 28 Nr. 4)
11. Im a Landscape
(A. VIVALDI Concerto in G ” Alla Rustica” RV 151 I mov)
12. Flößt, Mein Heiland
(J. S. BACH Weihnachtsoratorium BWV 248 Teil 4 Nr. 39)
13. Cantio Vernalis
(C. ORFF “Carmina Burana” XVI sec.)

Etichetta CNI Music

Durata 62’56”

Personell
Vito Ranucci (all instruments, sampler, sounds)

Vito Ranucci, multi-strumentista e compositore napoletano (autore tra le altre cose del tema principale dell’ultimo film di Mario Monicelli “Le rose del deserto”), si cimenta con un tipico esercizio di stile della musica moderna: la rielaborazione in chiave elettronica di grandi temi della musica classica. L’idea non si può certo dire originale: prendere alcuni dei più grandi autori della musica classica (Mozart, Ravel, Bach, Beethoven, Chopin, solo per citarne alcuni) e rielaborarne alcune delle melodie più famose con l’uso esclusivo di strumenti elettronici. Lo aveva fatto per primo W. Carlos nel 1969 con Switched-on Bach, album in cui riproponeva al Moog (strumento di cui fu un vero e proprio pioniere) alcune opere del grande musicista tedesco e successivamente con altri album di grandissimo successo, tra cui la colonna sonora di Arancia Meccanica. Da allora tanti autori hanno tentato l’operazione, anche se non sempre con gli stessi felici esiti di Carlos. Ad allungare la lista arriva Vito Ranucci, che con una certa auto-ironia intitola il suo lavoro “uccidendo i classici”. L’operazione desta un certo interesse in quanto Ranucci non si limita a una riproposizione pedissequa di melodie famose con l’uso di sintetizzatori, samples e loop station, ma va ben oltre: i brani vengono riletti, le melodie modificate, scomposte, trasformate, rendendo la musica classica qualcosa di vivo, cangiante e mutevole. L’opera, pur interessante, non è certo indirizzata al tradizionale pubblico di progster, pertanto l’ascolto ne viene consigliato solo a chi tra un CD dei Genesis e uno degli Echolyn ogni tanto si concede divagazioni techno o trip hop, magari con qualcosa di Kruder & Dorfmeister.

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