Pubblicato il Settembre 21st, 2018 | by Simone Ercole
0Uriah Heep – Living The Dream (2018)
1. Grazed By Heaven
2. Living The Dream
3. Take Away My soul
4. Knocking At My Door
5. Rocks In The Road
6. Waters Flowin’
7. It’s All Been Said
8. Goodbye To Innocence
9. Falling Under Your Spell
10. Dreams Of Yesteryear
Etichetta Frontiers Records/CD
Durata 52’30”
Bernie Shaw (lead vocals) ● Mick Box (guitars, vocals) ● Phil Lanzon (keyboards, vocals) ● Dave Rimmer (bass, vocals) ● Russel Gilbrook (drums, percussion)
Dopo una serie di album buoni ma non entusiasmanti, gli Uriah Heep (è rimasto solamente il chitarrista Mick Box) ritornano con un disco di tutto rispetto. Ovviamente siamo ben lontani dagli anni ’70, ma la virata verso un hard rock più “spinto” era già evidente da una ventina d’anni. Se a questo si aggiunge la presenza dei “nuovi” arrivati (rispettivamente dal 2013 e dal 2007) Dave Rimmer al basso al posto del compianto Trevor Bolder e Russel Gilbrook alla batteria, dall’approccio decisamente più muscolare rispetto allo storico predecessore Lee Kerslake, si hanno tutti gli ingredienti per una seconda (terza? quarta?) giovinezza.
Fin dai primi due singoli estratti, Grazed By Heaven e Take Away My Soul si percepisce benissimo la direzione dell’album, ed entrambi i brani ci permettono di apprezzare la caratura di ogni membro della band: a partire dal sempre solidissimo Bernie Shaw alla voce per arrivare ad un Mick Box da applausi, specialmente su Take Away My Soul, dove si lascia andare in due minuti abbondanti di assolo. L’album in sostanza prosegue su questi binari, con brani particolarmente energici e riff sempre riusciti, pur nella loro semplicità. I fan d’annata non tarderanno a notare, oltre al già citato indurimento del suono, come i cori, che hanno sempre avuto un ruolo fondamentale negli Uriah Heep, seppur presenti, facciano un passo indietro sia in termini di presenza che di importanza. Ciò che è rimasto, per fortuna, è il classico impasto sonoro che solo chitarra e Hammond possono creare. Indubbiamente il brano centrale dell’album è Rocks In The Road, che dopo una prima parte tutto sommato in linea con il resto, si abbandona ad un lungo assolo di Phil Lanzon all’Hammond in costante crescendo. Tendenze analoghe, seppur senza assoli chilometrici, si possono trovare anche in It’s All Been Said, altro brano che fa dei saliscendi e cambi d’atmosfera improvvisi il suo punto forte, oltre che una delle cose migliori degli Uriah Heep recenti. A spezzare il frenetico ritmo dell’album ci pensa Waters Flowin’, un bel brano acustico che tanto sembra voler essere la nuova Lady In Black, specialmente per la sua natura “singalong” che indubbiamente le farà guadagnare un posto in scaletta nei concerti. E poi il frenetico rock and roll di Goodbye To Innocence, l’oscurità della title track che sembra avvicinarsi stilisticamente agli attuali Deep Purple; non ci sono brani deboli.
LIVING THE DREAM è forse uno dei migliori lavori degli Uriah Heep negli ultimi 20, se non addirittura 30, anni. Sono degli Uriah Heep ben lontani da DEMONS AND WIZARDS (comprensibilmente, vista anche l’assenza di colui che fu il principale compositore per tutti gli anni ’70, Ken Hensley), ma che hanno trovato una strada adatta per valorizzare l’attuale, comunque ottima, formazione.