Pubblicato il Marzo 29th, 2020 | by Ed Pisani
0TWO DOOR CINEMA CLUB – Bruxelles, Ancienne Belgique – 27/1/2020
Ero curioso di vedere una performance dal vivo dei Two Door Cinema Club. La band nord-irlandese di Bangor si è formata nel 2007 grazie a tre talentuosi musicisti: Alex Trimble (vocals, rhythm guitar, beats, synths), Sam Halliday (lead guitar, backing vocals), e Kevin Baird (bass, synths, backing vocals). La produzione in studio degli ultimi anni è molto divertente e ben curata – provate ad ascoltare BEACON del 2012, o anche il precedente TOURIST HISTORY del 2010 – e pur non volendo dare etichette che oggi avrebbero poco senso, mi ricorda una ‘new wave’ sofisticata degli anni 80 (almeno mi sembra che la chiamassimo così). Lascio all’immaginazione di ciascuno come collocare i nostri beneamati artisti nell’attuale panorama artistico indie-electro-pop.
In effetti l’energia del gruppo e il ritmo del concerto non hanno deluso le aspettative. Una sala strapiena di eccitatissimi fan danzanti sui più conosciuti Next Year, Sun, Undercover Martyn che non lasciano scampo neanche ai più distratti. Direte: proprio di che passare una coinvolgente serata di buona musica. Ma si sa, “the devil is in the detail” e cercando di capire cosa non funzionasse fino in fondo, sono giunto alla conclusione che molti dettagli sonori ben distinguibili in studio (riff chitarristici e certe armonie vocali) si perdono nelle esecuzioni live, ed è un gran peccato perché è proprio li’ che Two Door Cinema Club fanno la differenza. Le basi sonore computerizzate sono ormai all’ordine del giorno e coprono, a mio avviso, il contributo musicale più unico e personale che i singoli musicisti sanno apportare.
Ovviamente buona parte del concerto è stata dedicata alla loro quarta e ultima produzione, FALSE ALARM del 2019, inciso per PIAS, che segue solo in parte la falsariga dei dischi precedenti. Meno originalità e una “evoluzione sintetica” che ha un più marcato riferimento danzereccio, dal funky alla disco music. Talk e Satellite sono tra le più gettonate, mentre in So Many People sembra di sentire il riff chitarristico tipico di Nile Rodgers. Più impegnato e meno pop è Dirty Air, con chitarre in evidenza e un epilogo madchester. Il falsetto ironico di Already Gone funziona bene come innesco-miccia ai concerti.
Per concludere: Two Door Cinema Club ha messo assieme un discreto cursus honorum, avendo ricevuto varie nominations importanti per gli NME Awards: nel 2011, vennero nominati come migliore nuova band e il loro album di debutto, TOURIST HISTORY come migliore esordio dell’anno. Nel 2012, vennero nominati come migliore live band. Infine nel 2014, furono nominati tra le migliori British bands. Forse hanno disatteso le ambizioni dei loro discografici, Kitsunè prima e Parlophone poi, che speravano di farne dei nuovi Arctic Monkeys o Franz Ferdinand: in realtà l’impatto sul mercato non c’è stato, specialmente fuori dai confini inglesi. Two Door Cinema Club pur non essendo ai vertici delle classifiche continuano il loro percorso, con curiosità e coraggio di riproporsi differentemente. Ci sta pure che, di questo passo, la più vicina maturità artistica possa farli volare molto in alto.