Pubblicato il Marzo 25th, 2019 | by Lorenzo Barbagli
0These New Puritans – Inside The Rose (2019)
1. Infinity Vibraphones
2. Anti–Gravity
3. Beyond Black Suns
4. Inside The Rose
5. Where The Trees Are On Fire
6. Into The Fire
7. Lost Angel
8. A–R–P
9. Six
Etichetta Infectious – BMG/CD
Durata 40’25”
Jack Barnett (vocals, piano, electric piano, organs, bass, vibraphone, chromatic gongs, percussion, prepared piano, synthesizer) ● George Barnett (drums, percussion, vocals) ● Graham Sutton (drum engineering, editing, mixing, vocals) ● Yazz Ahmed (flugelhorn, trumpet) ● Maria Chiara Argiro (piano) ● Damir Bacikin, Florian Menzel (trumpet) ● Emmanuelle Bernard, Biliana Voutchkova, Daniella Strasfogel, Mari Sawada, Mayah Kadish, Jeffrey Bruinsma (violin) ● Romain Bly, Samuel Stoll (french horn) ● Anna Carewe, Zoé Cartier, Andreas Voss (cello) ● Michelle Daly, Micaela Haslam (soprano) ● Scintii, Fred McPherson (vocals) ● Lisa De Boos, Clara Gervais, Caleb Salgado (double bass) ● Ildiko Ludwig, Yodfat Miron, Thora Sveinsdottir (viola) ● David Tibet (composer, vocals) ● Elisa Rodrigues (vibraphone) ● Florian Juncker, Till Krause (trombone) ● Thomas Hein (percussion, vocals) ● Noel Langley (flugelhorn) ● Azazello Satariel (tuba)
Il caso ha voluto che il ritorno dei These New Puritans dopo sei anni di silenzio sia avvenuto a poche settimane dalla scomparsa di Mark Hollis. Se infatti esiste un nume tutelare per la band dei fratelli Barnett questo è proprio l’ex leader dei Talk Talk. Con l’ambiziosa opus FIELD OF REEDS i These New Puritans si erano concessi un’escursione in quei territori di musica avant-garde e aleatoria che ha fondato i canoni del post rock, e loro ci misero anche tanto di classica ed elettronica. INSIDE THE ROSE non si spinge così a fondo nei meandri dell’autoindulgenza, però a suo modo è una nuova disamina di quello che il gruppo aveva già prefigurato con il secondo album HIDDEN (2010). Qui c’è lo stesso gusto ossessivo per le ritmiche tribali che, abbinate ai costanti droni di synth e tastiere, crea un’atmosfera claustrofobica e cupa che comunque affascina. La resa quasi sensuale si compie nelle algide spirali di Anti-Gravity e in maniera morbosa su nei battiti intensi di Into the Fire. Dall’apertura con la dark wave dell’ipnotica Infinity Vibraphones si profila con chiarezza un’immersione negli anni ’80 di cui l’elettronica invasiva dei Depeche Mode e l’esotismo di David Sylvian sono modelli da cui partire.
Ma quello dei These New Puritans è un microcosmo che, come in sinestetica, tenta continuamente di rendere palpabile ciò che ascoltiamo. Nei fotogrammi continuamente messi fuori fuoco dai beat irregolari della title-track e nelle sequenze concentriche del concerto per synth, tra luci e ombre di A–R–P è come assistere ad una colonna sonora futurista. Reiterazione, minimalismo, orchestrazione e beat industriali sono parti contrapposte nella stessa medaglia: fiati e archi danno corpo al mantra insistente di Where the Trees Are on Fire, il noir sensuale di Beyond Black Suns, l’accumulo di synth e glitch di Into the Fire creano un gioco tra il minaccioso e l’accogliente. Forse i Bark Psychosis oggi si sarebbero evoluti così e non a caso Graham Sutton è qui ospite in continuità con l’album precedente del quale fu anche produttore. Registrato tra Southend-on-Sea, Londra e Berlino, INSIDE THE ROSE mantiene un legame soprattutto con quest’ultima città, riflesso come per empatia in quel carattere plumbeo e austero della capitale tedesca. In linea con la tradizione di quell’estetica, il post classicismo di FIELD OF REEDS si incontra con l’elettronica di HIDDEN e INSIDE THE ROSE si pone quindi in modo esaltante a cavallo tra i due lavori precedenti.