Pubblicato il Novembre 3rd, 2018 | by Lino Carfagna
0THE MUSICAL BOX – Roma, Auditorium Parco della Musica – 28/10/2018
Tre atti tematici ben distinti come in un una sorta di lungo spettacolo teatrale, per un unico grande affresco: “Genesis Extravaganza”. I Musical Box, da anni la cover band ufficiale dei Genesis, da loro stessi riconosciuta come tale, nel loro attuale tour in giro per l’Italia hanno scelto una formula molto apprezzata dal pubblico, almeno a giudicare dalla reazione di quello presente all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo scorso 28 Ottobre.
Act 1 – The Wind’s Tail
La coda del vento, così leggiamo sullo schermo che sovrasta un palco ancora completamente buio mentre iniziano lentamente a salire le prime note di In That Quiet Heart da WIND AND WUTHERING, anno 1976. Tutto questo primo atto del nuovo spettacolo dei Musical Box è dedicato ai due dischi dei Genesis immediatamente successivi alla dipartita di Peter Gabriel dal gruppo: A TRICK OF THE TAIL e WIND AND WUTHERING appunto, quello dell’albero avvolto in un nebbioso paesaggio autunnale, forse l’ultimo veramente ispirato del complesso inglese. I musicisti sul palco, capeggiati dal camaleontico Denis Gagnè (chissà mai a chi si ispira!) e tutti vestiti rigorosamente di bianco proprio come Collins & Co. all’epoca degli shows portati in giro in quel periodo, ci fanno rivivere con il solito rigore filologico visivo e musicale, che è poi anche la loro cifra vincente, capolavori come Ripples, Blood on the Rooftops con l’intro di Hackett alla chitarra riprodotta fedelmente da Francois Gagnon, e ancora estratti di Robbery Assault & Battery, Mad Man Moon, All in a Mouse’s Night, Dance on a Volcano... tutti splendidamente eseguiti!
Act 2 – Broadway Melodies
Immagini di New York che scorrono sullo schermo alle spalle dei Nostri aprono il secondo segmento del concerto e ci proiettano nelle tenebrose e un po’ inquietanti atmosfere di THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY, il monumentale doppio album del 1974 dal quale il gruppo canadese ripropone moltissimi brani, puntualmente riconosciuti dal pubblico sin dalle primissime note. Denis Gagnè si è nel frattempo trasformato nel teppistello portoricano Rael e vestito in jeans e giubotto nero di pelle salta da una parte all’altra del palco descrivendoci le sue visioni notturne (Fly on a Windshield), i suoi incontri amorosi (Counting out time), i suoi incubi (In The Cage), i suoi ricordi (Back in N.Y. City). Si avverte chiaramente che i suoni che arrivano dal palco sono frutto di uno studio minuzioso delle partiture, rasentando a volte la perfezione e facendoci dubitare davvero, a volte, di trovarci di fronte a una semplice cover band. I presenti rispondono entusiasti e i Musical Box ripetono a più riprese durante la serata..”grazie Italia” visibilmente compiaciuti.
Act 3 – Before the Ordeal
Parafrasando il titolo di un celebre brano strumentale di SELLING ENGLAND BY THE POUND i musicisti di Montreal affrontano in questo ultimo set del concerto moltissimi brani degli esordi genesisiani che vanno da Looking for Someone, a me particolarmente cara, fino alla memorabile Time Table, passando per Can-utility and the Coastliners, Seven Stones e perfino un estratto dal loro primissimo album, FROM GENESIS TO REVELATION, una “A Place to Call my Own” in cui Denis Gagnè, seduto a terra e quasi rannicchiato su se stesso, canta accompagnato dal solo pianoforte di Ian Benhamou. Un momento molto intimo in cui è stato bello farsi avvolgere dalla nostalgia. Esaltante al solito The Cinema Show, perla finale di un album amatissimo come SELLING ENGLAND BY THE POUND, con la lunga coda strumentale eseguita magistralmente. Ma le sorprese devono ancora arrivare. Salutato il pubblico calorosissimo dell’Auditorium, i Musical Box lasciano per un momento il palco tra gli applausi e i fischi di approvazione per farvi ritorno pochi minuti dopo… Denis Gagnè riappare on stage vestito da volpe e cerca di raccontare in un italiano stentato che vuole chiaramente imitare quello di Gabriel di quegli anni la storia di Cynthia e della sua celeberrima partita a croquet con il compagno di giochi Henry… il brano dura non so quanto tempo, quella partita pure e tornare a casa sembra alla fine il vero delitto di questa notte straordinaria!!