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Pubblicato il Febbraio 11th, 2019 | by Paolo Carnelli

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THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY Show – Roma, Teatro Italia – 9/2/19

Buona la prima. Non poteva esserci debutto migliore per “The Lamb Lies Down On Broadway Show”: teatro sold out (circa 800 presenti) e tanti applausi da parte del pubblico che, dopo un inizio un po’ timido, si è immerso nello spettacolo manifestando a gran voce il suo gradimento al termine di ogni canzone.

Ma andiamo per ordine. Con qualche minuto di ritardo sull’orario d’inizio previsto, necessario a permettere a tutti di prendere posto sia in platea che nelle due gallerie del Teatro Italia, ecco finalmente aprirsi il sipario. Nelle retrovie del palco buio si intravedono le sagome dei musicisti, parzialmente nascoste da un telo di tulle, mentre in sala già risuona la celebre intro di piano di The Lamb Lies Down On Broadway. La prima sorpresa è costituita dalla presenza delle due batterie, ormai vero e proprio marchio di fabbrica degli Estro, con i sempre affiatatissimi Ugo Cosentino e Pino Vecchioni dietro i tamburi, mentre proprio tra i due batteristi si va a posizionare il cantante Roberto D’Amore, con il classico chiodo nero d’ordinanza. Sotto di loro, Gianni Barbati alla chitarra, Giampiero Sparagna al basso e pedali Taurus, e più defilato sulla destra il Maestro Massimo Metalli con le sue tastiere. Passano pochi minuti ed ecco comparire Rael, anche lui in jeans, maglietta bianca e giubbotto di pelle nero, impersonato dal bravissimo Erik Locatelli della compagnia RBR Dance Company. Durante l’esecuzione dei primi tre brani tratti dall’album dei Genesis non sono presenti altri personaggi sul palco, ma con Cuckoo Cocoon accade qualcosa di magico: Rael, avvolto in un bozzolo di stoffa, ci appare infatti sospeso a mezzaria, impegnato in un numero di danza acrobatica molto suggestivo. La successiva In The Cage rappresenta il primo momento di grande impatto visivo dello spettacolo: Rael, ancora bloccato nel bozzolo, è imprigionato da una gabbia di luci, fino alla scioccante comparsa del fratello John, che pur vedendolo in difficoltà non fa niente per aiutarlo. Iniziamo a capire perché la compagnia di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri faccia chiaramente riferimento nella presentazione alla sua vocazione per il “Teatro Illusionistico”: i ballerini si trasformano in figure dalle sembianze indefinite e inquietanti, fino al trionfo visivo ed emotivo di Carpet Crawlers, dove un semplice drappo rosso partorisce le enigmatiche creature striscianti protagoniste della canzone.

La seconda parte dello spettacolo porta in dote due dei momenti più attesi: quelli in cui compaiono prima le Lamia e poi gli Slippermen. Le donne – serpente indossano costumi immaginifici e sono rappresentate in un quadro simile per struttura a quello di In The Cage, mentre gli uomini informi adottano una mise più stilizzata rispetto a quella adottata da Gabriel durante il tour di THE LAMB, ma comunque estremamente efficace grazie alla ingegnosa coreografia. Ci avviamo alla conclusione dello show e della storia, che vede Rael incrociare di nuovo il fratello John e rinunciare per lui alla possibilità di ritornare a Broadway. Sarà uno specchio a rivelargli l’inaspettata verità: lui e John sono in realtà la stessa persona, frutto di un surreale sdoppiamento di personalità. La conclusiva It, con il suo incedere baldanzoso, è ovviamente la colonna sonora ideale per la presentazione del cast e per i saluti, mentre il pubblico si alza in piedi per la standing ovation finale e i musicisti possono sciogliersi in un sorriso carico di stanchezza ma anche di soddisfazione.

Che dire? Le aspettative erano alte, vista la complessità del materiale da mettere in scena. Se c’è un appunto da fare alla produzione è quello di non essere riuscita, nonostante la presenza di una voce narrante, a rendere maggiormente comprensibile lo svolgimento dei vari eventi che coinvolgono Rael: è vero che il significato ultimo del concept resta un mistero che solo Peter Gabriel (forse) un giorno potrà svelare, ma la storia segue in qualche modo un suo percorso che ha un inizio e una fine; in “The Lamb Lies Down On Broadway Show” lo spettatore ha piuttosto l’impressione di assistere alla rappresentazione di singoli quadri legati alle varie tracce dell’album. Probabilmente la presenza delle proiezioni video, originariamente previste alle spalle della band ed eliminate all’ultimo momento per problemi tecnici, avrebbe aiutato a contestualizzare maggiormente il viaggio del protagonista, oltre a donare allo spettacolo ulteriore profondità visiva, rendendolo un’esperienza ancora più multimediale. Resta comunque negli occhi il notevole impatto visivo delle coreografie della RBR Dance Company e la straordinaria performance di Erik Locatelli nel ruolo di Rael. Per quanto riguarda gli Estro, l’esecuzione delle partiture di THE LAMB è stata impeccabile ed estremamente fedele all’originale, confermando ancora una volta le grandi capacità di tutti e sei i musicisti.

Ora l’appuntamento va alle prossime date: Venerdi 15 febbraio al Teatro Mancinelli di Orvieto, Sabato 16 al Teatro Puccini di Firenze e Venerdi 22 al Teatro Lyrick di Assisi. Con la speranza di rivedere presto “The Lamb Lies Down On Broadway Show” anche a Roma, magari in un teatro più grande e confortevole, e nell’allestimento completo di videoproiezioni.

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