Pubblicato il Maggio 28th, 2020 | by Lorenzo Barbagli
0The 1975 – Notes On A Conditional Form (2020)
1. The 1975
2. People
3. The End (Music for Cars)
4. Frail State of Mind
5. Streaming
6. The Birthday Party
7. Yeah I Know
8. Then Because She Goes
9. Jesus Christ 2005 God Bless America
10. Roadkill
11. Me and You Together Song
12. I Think There’s Something You Should Know
13. Nothing Revealed / Everything Denied
14. Tonight (I Wish I Was Your Boy)
15. Shiny Collarbone
16. If You’re Too Shy (Let Me Know)
17. Playing on My Mind
18. Having No Head
19. What Should I Say
20. Bagsy Not in Net
21. Don’t Worry
22. Guys
Etichetta Dirty Hit – Interscope/CD
Durata 80’30”
George Daniel (drums, percussion, synthesizers, programming) ● Adam Hann (guitar, keyboards) ● Matthew Healy (vocals, guitar, keyboards) ● Ross MacDonald (bass guitar) ● The London Community Gospel Choir (performance on 13) ● Greta Thunberg (vocals on 1) ● Phoebe Bridgers (vocals on 9, backing vocals on 8, 10, 17) ● FKA Twigs (vocals on 19, backing vocals on 16) ● Tim Healy (vocals on 21) ● Cutty Ranks (vocals on 15)
Per quante riserve uno possa avere sul pop rock dei The 1975, con il quarto album NOTES ON A CONDITIONAL FORM non c’è che da arrendersi e certificare il talento della band. Se già in molti avevano lodato lo stato di grazia del precedente A BRIEF INQUIRY INTO ONLINE RELATIONSHIPS (2018) in questo caso i The 1975 si sono superati e hanno pubblicato il loro miglior album. Fortunatamente qui è assente quella vena più leggera e piuttosto sciocca che aveva fatto parte di alcuni brani del passato, conforme al tipo di pop più inconsistente e volubile a cui il mainstream ci ha assuefatto. Ad ogni modo, nei corposi 80 minuti di musica contenuti in NOTES ON A CONDITIONAL FORM il gruppo guidato da Matty Healy sforna una quantità di materiale come fosse una playlist impazzita, ma ogni traccia è ben incentrata nella propria sfera di appartenenza. Quasi come dei pretenziosi giovani autoindulgenti e indisciplinati, i The 1975 passano in rassegna una moltitudine di stili, enfatizzandone il più possibile ciò che li contraddistingue, quasi a sembrare ogni volta una band differente.
L’uscita di NOTES ON A CONDITIONAL FORM era stata già preannunciata in concomitanza con A BRIEF INQUIRY INTO ONLINE RELATIONSHIPS, dato che i due album sono tra loro molto legati in termini concettuali, raccontando le distorsioni della nostra società da varie angolazioni, tanto che la consueta intro strumentale, puntualmente intitolata The 1975, ospita un discorso dell’attivista Greta Thunberg sui cambiamenti climatici. Un brano che, insieme ad altri, ha fatto parte di una campagna promozionale iniziata un anno fa, pubblicando singoli con cadenza quasi mensile, arrivando a rivelare in anteprima otto delle ventidue tracce della tracklist. La ricchezza di NOTES ON A CONDITIONAL FORM può essere vista come una carrellata panoramica sul pop contemporaneo e la sua straripante brama di coprirne il maggior numero di aspetti possibile ne fa quasi un corrispettivo art pop di SIX dei Mansun. Ritorna immancabile l’amore per gli anni ’80 negli accordi alla Tears for Fears di If You’re Too Shy (Let Me Know), ma anche le diramazioni più moderne di musica elettronica sperimentale (Having No Head) o destrutturata alla Bon Iver (Yeah I Know, What Should I Say). Justin Vernon è un palese riferimento anche nella sua veste acustica nel folk di Jesus Christ 2005 God Bless America, cantata insieme a Phoebe Bridgers. Ci sono inoltre inaspettati tuffi negli anni ’90 con lo scintillante shoegaze di Then Because She Goes, con la rock ballad AOR Roadkill, o con il post punk riletto in chiave brit pop di People.
Tutto questo e molto altro ancora si trova su NOTES ON A CONDITIONAL FORM e, se i The 1975 hanno comunque sempre inseguito una linea stilistica ambiziosamente sfaccettata, solo ora grazie anche ad una produzione magistrale, raggiungono il massimo dell’eclettismo portato a compimento in ogni tema toccato.