Pubblicato il Febbraio 18th, 2019 | by Ed Pisani
0STEFANO BOLLANI – Bruxelles, Theatre Flagey – 7/2/2019
Ecco gli ingredienti essenziali e i condimenti sonori di tanti concerti di Stefano Bollani degli ultimi anni: per un terzo, brani da lui composti e preferibilmente intrisi di ritmi e colori brasiliani; alcuni classici della musica italiana magistralmente reinterpretati (Azzurro, Estate); e poi un terzo finale dedicato all’improvvisazione sulla base delle richieste del pubblico in sala.
È una formula magica che risulta vincente quasi sempre. Non solo perché si creano atmosfere musicali diverse, che sorprendono il pubblico anche rompendo dei cliché da concerto “serio” di jazz, ma anche perché si scopre passo dopo passo la capacità impressionante (e non uso questa parola a caso) del musicista Bollani di scomporre e ricomporre brani di diversa natura – pop, jazz o classica – con immediatezza e originalità, senza esitazioni e con coerenza impensabili. La sua cultura musicale appare quasi infinita… un archivio umano di note che volano a velocità impressionante dalla testa, al cuore, alle mani. Un fulgido esempio di quello che cerco di raccontare è stato il medley di brani (richiesti al momento) che partiva dal tema del film Profondo Rosso, per passare a Estate e Summertime e poi ai Puffi (un cortese riferimento alla cultura belga!) e Heidi… non è follia, ma forse un esperimento che a parere di chi scrive è molto divertente. Provate a ripetere la base di Profondo Rosso mentre si esegue la melodia di Estate di Bruno Martino.
Stefano Bollani è un istrione e riesce a coinvolgere il pubblico scherzando, dando spettacolo forse aldilà della musica in senso stretto ma certamente non abbandonandone il profondo leitmotiv che si riassume in questi concetti: tutta la musica è bella, tutta la musica unisce e si riunisce, tutta la musica è gioia. Grazie di avercelo ricordato, Stefano, a modo tuo.