Pubblicato il Agosto 26th, 2016 | by Paolo Carnelli
0Simone Cecchini (Il Bacio della Medusa)
La ristampa dell’intero catalogo del Bacio della Medusa da parte di AMS/Vinyl Magic e il recente concerto tenuto presso il Teatro Brecht di Perugia sono stati l’occasione per fare una chiacchierata con il cantante e chitarrista della band umbra, Simone Cecchini. Vocalità particolare, splendida, colorata la sua. Sempre in bilico tra hard rock e folk, come dimostrano anche le sue scelte musicali per la tradizionale “isola deserta”. More info: www.ilbaciodellamedusa.net
QUEEN II – Queen (1974)
Inizio con il precisare che se dovessi trovarmi a bordo di una nave che stesse affondando, probabilmente rischierei di annegare nel tentativo di portare in salvo tutta la discografia dei Queen. Credo che sia stata proprio la Voce di Freddie Mercury, che ascoltavo dallo stereo Philips dei miei genitori, a destare in me la voglia di cantare e di sognare di voler diventare una rockstar. Amo alla follia The March of The Black Queen!
THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST – David Bowie (1972)
Senza ombra di dubbio quest’album è quello che io ritengo un capolavoro del rock, e non potrei sopportare di trascorrere un’esistenza sulla sabbia bollente di un’isola deserta privandomi oltre che della compagnia del gentil sesso, anche della voce di David Bowie e delle chitarre distorte di Mick Ronson. Adoro brani come Lady Stardust, Rock n’ Roll Suicide, la title track Ziggy Stardust e la mitica Five Years.
VENUS AND MARS – Paul McCartney (1975)
Fino ai miei primi 25 anni, da beatlesiano convinto ho sempre sentito di essere più “Lennoniano” che “McCartiano”, almeno fino a che mi capitò nelle mani questo disco che è poesia allo stato puro: un album capace di scorrerti dentro e farti vibrare l’anima dal profondo. Ogni volta che metto questo vinile sul piatto del giradischi e la puntina percorre l’ultimo solco dell’ultima traccia, Treat Her Gently (Lonely Old People) mi chiedo: “Ma come fa la gente a continuare a credere che Paul sia morto nel ’66?”. Questo disco è la prova che Paul è vivo… e anche in grandissima forma!
BLUE – Joni Mitchell (1971)
Quella di Joni è forse la voce femminile che amo di più assieme a Carol King e tra BLUE e TAPESTRY avrei davvero qualche difficoltà a scegliere. Con il cuore però scelgo di portare con me proprio BLUE. Case of You resta e sarà per sempre la colonna sonora notturna di ogni mio abbandonarmi naufrago all’amore. Musica e testi che solo a canticchiarmele nella mente mi fanno fremere.
AMERICAN BEAUTY – Grateful Dead (1970)
Box of Rain, Friend of the Devil, Candy Man, Ripple riflettono la mia anima country folk. Sono la colonna sonora di ogni viaggio e l’indelebile ricordo di una serata passata con un amico di sempre, due ragazzi soli delusi dalle donne che in una notte buia ritrovano se stessi sul fondo rosso d’un bicchiere.
NON AL DENARO NON ALL’AMORE NE’ AL CIELO – Fabrizio De Andrè (1971)
Questo disco, liberamente ispirato all’“Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, è quello che per me rappresenta la svolta cantautoriale nel mio percorso di formazione artistica. Forse è proprio dall’ascolto solitario di questa opera a metà tra poesia e musica, che è maturata l’idea di voler ricercare in me stesso la mia anima di menestrello, e naturalmente fonderla al rock. Inno della mia esistenza di cantastorie è Il suonatore Jones.
WHO’S NEXT – The Who (1971)
Molte volte mi è stato chiesto: Deep Purple o Led Zeppelin? Ho sempre risposto con gran convinzione e senza ombra di dubbio: The Who! Baba O’ Riley, Behind Blue Eyes e Won’t Get Fooled Again sono valide argomentazioni alla mia risposta.
WISH YOU WERE HERE – Pink Floyd (1975)
Credo che non ci sia bisogno di dare troppe spiegazioni… Un disco che non può non essere una Pietra Miliare nell’esistenza di ogni musicista.
THICK AS A BRICK – Jethro Tull (1972)
Per quanto possa rientrare o meno nell’area del Progressive Rock THICK AS A BRICK è stato sicuramente uno degli album che mi hanno avvicinato a questo genere. Mi ricordo che lo trovai in cassetta ad Ancona, lo vendevano a 1000 lire, credo nel ’98. Nel mio viaggio di ritorno in treno verso Perugia il mio Walkman lo avrà suonato 10 volte senza interruzione, grazie anche alla funzione “autoreverse”…
CANTO DI PRIMAVERA – Banco del Mutuo Soccorso (1979)
Quel giorno ad Ancona mi era avanzato un altro biglietto da 1000 lire, e nello stesso negozio menzionato prima, a quel prezzo di “svendita”, comprai anche la cassetta di CANTO DI PRIMAVERA. Naturalmente lo ascoltai nei giorni successivi, sempre in treno al ritorno dal liceo che ai tempi frequentavo. Non avrei mai pensato che avrei conosciuto di persona Rodolfo Maltese, con il quale mi è capitato di dividere il palco, e Francesco Di Giacomo, che ho visto dal vivo col Banco in una splendida serata di musica in Umbria. Ultimamente mi ritrovo ad ascoltare E mi viene da pensare e sia il cuore che la mente si rivolgono a quel giorno ad Ancona e a questi due Artisti purtroppo scomparsi.