Pubblicato il Agosto 25th, 2016 | by Roberto Paravani
0Roine Stolt – Wall Street Voodoo (2005)
CD 1
1. The Observer
2. Head Above Water
3. Dirt
4. Everyone Wants To Rule The World
5. Spirit Of The Rebel
6. Unforgiven
7. Dog With A Million Bones
8. Sex Kills
9. Outcast
CD 2
1. The Unwanted
2. Remember
3. It’s All About Money
4. Everybody Is Trying To Sell You Something
5. Hotrod (The Atomic Wrestler)
6. Mercy
7. People That Have The Power To Shape The Future
Etichetta Inside Out Music/CD
Durata 61’20” + 53’50”
Roine Stolt (lead vocal, electric & acoustic guitars & percussion) ● Neal Morse (lead vocal & Hammond organ) ● Slim Pothead (Wurlizer piano, Mini Moog & Hammond organ) ● Victor Woof (Fender bass) ● Marcus Liliequist (drumkit) ● Hasse Bruniusson (percussion) ● Gonzo Geffen (congas & percussion & loop treatments)
Roine Stolt ricorda quei centrocampisti dall’andatura compassata e la visione di gioco geometrica che dispensano il proprio sapere balistico sui campi di calcio. Corrono, dettano il passaggio, smistano quantità enormi di palloni con razionalità, accelerando il ritmo quando serve o anestetizzandolo nei momenti delicati, senza cadute di tono, senza cedimenti. Certo, è inutile aspettarsi il guizzo irrazionale e funambolico del genio, l’invenzione imprevedibile, la giocata fulminea quanto devastante: non è nelle sue corde e nessuno tra i tifosi glielo chiede; anzi, questi gli perdonano amorevolmente i disinvolti cambiamenti di casacca (Flower Kings, Transatlantic, Kaipa, Tangent…). Giocano 90 minuti la domenica e già sono pronti ad affrontarne altrettanti il mercoledì successivo. Senza apparente fatica. Una vita da mediano insomma. In questo caso la partita è Wall street voodoo, ultimo episodio solistico del musicista di Uppsala. L’album si compone di quasi due ore di musica stipate in un doppio CD e suddivise in 15 pezzi a firma Stolt più Sex kills presa (e devitalizzata) dal repertorio di Joni Mitchell. Tra i credits si nota la presenza di Neal Morse, quella dell’ultimo batterista dei Flower Kings ed alcuni nomi che sembrano frutto di lavoro di fantasia e desiderio di anonimato. Stavolta non è il prog a farla da padrone bensì il rock-blues. Quindi atmosfere più torride del solito, composizioni meno strutturate, quasi totalmente assenti i riferimenti sinfonici. Musica d’impatto e citazioni classiche: Beatles (Everyone wants to rule the world), Zappa (Dog with a million bones), Hendrix (Spirit of the rebel). Protagonista è la chitarra; Stolt snocciola una notevole quantità di soli, tutti ispirati, mai eccessivamente tecnici, mai troppo lunghi. Suoni caldi, a volte acidi, a volte languidi. Il guaio peggiore invece, sono le linee vocali, principalmente perché gravate dalla voce di Stolt. La voce è poca ma intonata, cantava Manfredi; basterà pure per ‘na serenata, ma per stimolare l’attenzione di un ascoltatore per oltre 100 minuti (Head above water è cantata da Morse), ci vuole ben altro.