Pubblicato il Settembre 2nd, 2016 | by Roberto Paravani
0Renaissance – Symphony Of Light (2014/2013)
1. Symphony Of Light
2. Waterfall
3. Grandine il Vento
4. Porcelain
5. Cry To The World
6. Air Of Drama
7. Blood Silver Like Moonlight
8. The Mystic And The Muse
9. Tonight
10. Immortal Beloved
11. Renaissance Man
Etichetta Red River Entertainment/CD
Durata 67’22”
Annie Haslam (lead vocals) ● David J. Keyes (bass) ● Rave Tesar (piano, keyboards) ● Frank Pagano (drums, percussion) ● Jason Hart (keyboards, accordion) ●
Michael Dunford (acoustic guitars) ● John Wetton (vocals on Blood Silver Like Moonlight) ● Ian Anderson (flute on Cry To The World)
I Renaissance sono tornati in pista nel 2010 con una nuova formazione comprendente solo due elementi della formazione classica, quella attiva dal 1973 al 1980 per intenderci: la cantante Annie Haslam e il chitarrista e principale autore Michael Dunford. Il gruppo tiene alcuni concerti durante l’estate e l’autunno dello stesso anno, per poi chiedere l’aiuto economico dei fan e avviare una sottoscrizione sulla rete volta a raccogliere fondi per la realizzazione di un nuovo album. Raggiunto il finanziamento, iniziano le registrazioni di un lavoro provvisoriamente intitolato Grandine il vento. Il 20 novembre del 2012, quando il lavoro è praticamente finito, Michael Dunford muore per una emorragia celebrale. Nonostante ciò, la Haslam decide di proseguire e nell’aprile del 2013 il nuovo album – dedicato alla memoria di Dunford e da lui interamente composto per ciò che riguarda le parti musicali – vede finalmente la luce. Poi nell’aprile del 2014 la band firma un nuovo contratto di distribuzione e il lavoro viene nuovamente immesso sul mercato con un nuovo titolo, Symphony Of Light, una diversa copertina e l’aggiunta di tre nuovi pezzi di cui l’ultimo, Renaissance Man, palesemente ispirato e dedicato a Dunford. L’album racchiude tutte le caratteristiche che hanno reso celebri i Renaissance: melodie tonde e lussureggianti, arrangiamenti di stampo orchestrale, atmosfere epiche e la sontuosa vocalità della Haslam come fulcro. Il tempo però passa inesorabile per tutti e anche la voce della leader ha ormai perso nitidezza; paradossalmente, la cantante decide di spingerla oltre i propri limiti, facendone di fatto un elemento musicale totalizzante, particolare ma esagerato, emozionante ma invasivo, quasi a voler sopperire alla modestia delle composizioni. E i toni scivolano spesso nel melodrammatico; il disco è pervaso da un atteggiamento operistico marcato quanto fastidioso: quando si teme che da un momento all’altro possa sbucare fuori Andrea Bocelli, ecco che arrivano invece Ian Anderson e John Wetton, altri due eroi dell’età dell’oro del rock sinfonico. Il primo aggiunge il suo flauto alla folkeggiante Cry To The World, l’episodio forse più lineare e sobrio del disco e per questo tra i più riusciti; il secondo duetta gravemente alla voce con la signora mettendo a dura prova corde vocali e by-pass in Blood Silver Like Moonlight, pezzo esageratamente carico di enfasi. Più delle idee non brillantissime, ciò che irrita di più in questo lavoro è che quasi tutto suona maledettamente forzato. A rendere ancora più amare queste considerazioni sul tempo che scorre inesorabile e non risparmia i nostri idoli, arriva la notizia che anche John Tout, il cui pianismo cristallino ha caratterizzato tutte le migliori opere dei Renaissance, è scomparso il primo maggio del 2015.