Pubblicato il Marzo 11th, 2020 | by Paolo Formichetti
0Pendragon – Love Over Fear (2020)
1.Everything
2.Starfish and the moon
3.Truth and lies
4.360 degrees
5.Soul and the sea
6.Eternal light
7.Water
8.Whirlwind
9.Who really are we?
10.Afraid of everything
Etichetta Toff Records
Durata 64’ 08’’
Nick Barrett (guitars, vocals) ● Jan-Vincent Velazco (drums) ● Clive Nolan (keyboards) ● Peter Gee (bass)
Dopo i quattro album-capolavoro di new prog romantico degli anni ’90 i Pendragon, guidati dall’infaticabile leader Nick Barrett, avevano approcciato il nuovo millennio mostrando i segni di una lenta evoluzione grazie a piccoli, progressivi innesti che andavano a modificare il loro classico sound. Da BELIEVE del 2005 a PASSION del 2011 le sonorità si erano infatti indurite, arrivando a lambire di tanto in tanto i controversi lidi del prog-metal, spruzzando il tutto con un pizzico di elettronica e sporadiche bizzarrie fatte di inserti rap e yodel. Con MEN WHO CLIMBS MOUNTAIN, risalente addirittura al 2014, c’era stato un parziale ritorno al vecchio, tradizionale, sound progressivo e tale tendenza trova una naturale continuazione in questo LOVE OVER FEAR.
Il primo segnale è dato dalla copertina, bellissima, specie se ammirata nella versione LP, non canonicamente prog ma di grande effetto e anni luce avanti a quelle pseudo-alternative degli ultimi lavori. Passando all’aspetto musicale, il disco sfodera da subito le ottime carte che ha da giocare: la chitarra di Barrett è la protagonista indiscussa con parti soliste ad altissimo tasso emozionale (la struggente partitura strumentale di Water) e arpeggi dolcissimi (nella bellissima Truth and Lies), ma anche il sempre valido Clive Nolan sa ritagliarsi i suoi spazi al pianoforte (nell’emozionante ballad Starfish and the Moon) o ai synth (il romantico solo che chiude Afraid of Everything). Lo stile dei brani, tutti di ottimo livello, torna pertanto ad incanalarsi nell’accogliente alveo del new prog di cui i Pendragon sono indiscussi maestri e le divagazioni del passato sembrano definitivamente accantonate. Per quanto riguarda la formazione va segnalata la defezione di Craig Blundell, diventato ormai un grosso nome nel giro prog ed attualmente impegnato con Steve Hackett. Il suo posto dietro i tamburi viene preso dal valido batterista di origine filippina Jan-Vincent Velazco, che non fa rimpiangere più di tanto l’illustre predecessore.
Segnalazione finale per quanto riguarda l’immissione sul mercato di una edizione deluxe del disco, comprendente due CD aggiuntivi contenenti una versione acustica dell’album e una interamente strumentale.