Audio

Pubblicato il Settembre 6th, 2016 | by Paolo Formichetti

0

Ornithos – La Trasfigurazione (2012)

Tracklist
1. L’orologio
2. La Persistenza Della Memoria
3. Somatizzando l’altare Di Fuoco
4. L’ipostasi
5. Al Torneo
6. L’arrivo del fuoco – Fuga
7. Nuvole e Luce
8. Ritorno al… (Reprise)
9. Salamandra: Regina
di psiche e di saggezza
10. Nel Crepuscolo
11. La Notte
12. L’alba Del Nuovo Giorno
13. This Is What We’ve Got: The Flute Song

Etichetta AMS Records

Durata 62’31”

Personell
Maria Giulia Carnevalini (vocals) ● Simone Morelli (guitar) ● Antonello De Cesare (guitar, vocals) ● Federico Caprai (bass, vocals) ● Eva Morelli (flute, alto, soprano and tenor sax) ● Diego Petrini (drums, organ, piano, mellotron, percussions, vocals)

Gli Ornithos sono un progetto parallelo del Bacio della Medusa, con tre compenenti del gruppo madre impegnati a realizzare un disco ispirato al pop italiano degli anni ’70. Tre membri del BDM, Diego Petrini (autore di quasi tutti i brani, qui alle prese con batteria, tastiere, voce), Federico Caprai (basso e voce) ed Eva Morelli (flauto e sax) si sono infatti musicalmente associati con Antonello De Cesare (chitarra solista), Simone Morelli (chitarra ritmica), Maria Giulia Carnevalini (voce) per produrre un concept album dalle tematiche colte ed ambiziose come era tipico delle formazioni italiane degli anni ’70 che a suo tempo trattarono argomenti di ogni tipo (dalla Bibbia, all’Evoluzione, passando per la Divina Commedia…). Il risultato, racchiuso in una confezione molto bella, valorizzata ancora una volta dalle notevoli abilità artistiche di Federico Caprai, è sicuramente molto positivo anche se non esente da qualche piccola pecca. Di certo i musicisti sono tecnicamente preparatissimi e nei 13 pezzi che compongono il disco si lasciano andare continuamente a serrati dialoghi tra hammond, sax e chitarra in furiose cavalcate strumentali che faranno di certo la gioia dei progster. Lo stile dei brani è poi sufficientemente diversificato da non ricadere nei cliché tipici del genere: al di là degli ovvi rimandi al miglior progressive rock italico e ai VDGG (grazie all’abbondante e sapiente uso del sax), stupiscono molto piacevolmente altre soluzioni compositive, come il coinvolgente tango di Ipostasi, i richiami spagnoleggianti di Somatizzando l’altare di fuoco, la curiosa marcetta militare che introduce Al torneo, l’hard prog che poi sfuma su melodie orientaleggianti de La notte, il jazz rock che fa spesso capolino nelle lunghe digressioni strumentali. Per quanto riguarda i difetti del lavoro, segnalerei quello più sostanziale, che riguarda l’intero “comparto voci”: quelle di Petrini e Caprai non sembrano adeguate alla bellezza del lavoro (dopotutto non tutti gli ottimi strumentisti devono per forza essere anche dei grandi cantanti!) mentre quella di Maria Giulia Carnevalini è sicuramente bella, ma forse non del tutto calzante con il genere affrontato. Inevitabile, in chiusura, un paragone con il BDM, non fosse altro poiché gli Ornithos ne costituiscono i tre quinti: visti i nomi coinvolti nel progetto non posso fare a meno di sentire la mancanza di quelle melodie vocali di stampo folk/cantautoriale che, posizionate in un contesto progressive, caratterizzano e rendono unici i lavori del “gruppo madre” contribuendo pertanto a posizionarlo, in una mia ideale graduatoria, qualche posizione sopra i pur bravi Ornithos.

Tags: , , ,


Articolo a cura di



Lascia un commento