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Pubblicato il Agosto 26th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Marco Masoni (Germinale, solo artist)

Quattro album con i Germinale, una delle band che maggiormente ha contribuito alla rinascita del rock progressivo italiano all’inizio degli anni ’90, e tanti altri progetti musicali. Poi, lo scorso anno, il debutto come solista. Quella di MARCO MASONI è una personalità multiforme, è proprio il caso di dire, parafrasando il titolo del suo primo album. More info: www.facebook.com/marco.masoni1

Premessa dovuta: perdonatemi se non vi ho inserito, amatissimi De Andrè, Nick Drake, Led Zeppelin, Mina, Jimi Hendrix, Banco, PFM, Area, Love, John Coltrane, Miles Davis, Lucio Dalla, Crosby Stills & Nash, Joni MItchell, Kate Bush, Deep Purple, Guccini, Beach Boys, Who, Talk Talk, Rolling Stones, Talking Heads, David Sylvian, The The, Bowie, Traffic, artisti del Krautrock… ho dovuto fare una strage. Vado in ordine cronologico, non di preferenza.

NURSERY CRIME – Genesis (1971)
Come possono ragazzi di vent’anni appena compiuti scrivere, arrangiare, suonare e pubblicare dischi del genere? Dei talenti assoluti, i cinque Genesis della formazione classica. Appena assorbito l’abbandono più duro della loro carriera, Anthony Phillips, senza il quale non ci sarebbe stato quell’altro capolavoro di Trespass, ma neancheThe Musical Box e Arlequins, sfornano un disco incredibilmente maturo nella sua ingenuità e pastoralità. Dei miei amatissimi Genesis scelgo questo disco perchè ho sempre avuto un debole per Seven Stones e The Fountain Of Salmacis, la loro drammaticità sottolineata dal mellotron di Tony Banks e dal cantato evocativo di Peter Gabriel mi ha davvero fatto crescere. Ma amo molto anche For Absent Friends, il semplice bozzetto acustico dei due nuovi arrivati, Steve Hackett e Phil Collins, meno di due minuti in cui – ripeto, a vent’anni – si tratteggia in modo perfetto il rimpianto per i mariti di due vecchie signore sedute davanti a un cimitero

ISLANDS – King Crimson (1971)
Questo o Larks’ Tongues In Aspic? O il primo? O forse Red? Con i King Crimson ho davvero l’imbarazzo della scelta. Ogni incarnazione (quella che è in tour adesso con una scaletta fantascientifica è l’ottava) ha avuto il suo zenit e il suo nadir. Queste sono sei canzoni-squarci su un mondo musicale onirico e concreto insieme. Un disco che adoro. Comincia un violoncello, poi la voce canta sommessa, quasi da un altrove, di spiagge estive sui cui passa la “Formentera Lady”. E poi l’avanguardia di The Sailor’s Tale; il drammatico e intenso bozzetto di The Letters; il blues stralunato di Ladies Of The Road, con coretti alla Beatles; il tocco delicato di Prelude: song of the gulls, pura musica classica; per finire con Islands, title track eccezionale. Tutti i brani in qualche modo parlano di isole, di solitudini, di mare. Forse per l’unica volta nella loro discografia la chitarra di Fripp non comanda. E’ l’ultima volta di Pete Sinfield ai testi e all’immaginazione, e d’ora in poi i Crimson saranno sempre meno sognanti. Non è rock, non è jazz, non è musica classica, non è avanguardia. E’ qualcosa di più

ANIMA LATINA + L’APPARENZA – Lucio Battisti (1974/1988)
Forse il mio puiù grande amore musicale, colpa di dischi trovati in casa, certo, ma anche di anni di studio approfondito delle sue sequenze accordali, del modo di costruire e decostruire melodie, del costante infrangere le regole standard della canzone. Quindi non posso non indicare due dischi suoi. Anima Latina è forse il disco più musicale e sperimentale di Battisti, il testo è funzionale al brano, la voce un po’ dietro, gli arrangiamenti sperimentali, il mixer è usato come un vero e proprio strumento da un artista completo che dava pennellate di suono. Scelgo un solo brano, pistola alla tempia: Macchina del Tempo, una composizione incredibile.L’Apparenza è il suo primo disco che comprai il giorno dell’uscita, nel 1988. A Portata Di Mano, L’Apparenza, Specchi Opposti, Per Altri Motivi. Con questi brani ci si potrebbe fare una carriera intera. Elettronica più orchestra, l’avvitarsi delle melodie e i testi di Panella – consegnati prima che fosse scritta una sola nota – raggiungono vertici da rimanere storditi per settimane. Mi fa ancora quell’effetto. Lucio: cantabilità e sperimentazione

ROCK BOTTOM – Robert Wyatt (1974)
I Soft Machine e i Pink Floyd avevano diviso tante volte il palco all’UFO Club e in altri posti, nell’inghilterra pre ’68. Wyatt un giorno – sotto acido – scambiò una finestra per una porta e fu costretto da lì in poi su una sedia a rotelle. Quando decise di fare un nuovo disco, l’amico Nick Mason glielo produsse, e chiamò con se la crema degli artisti di Canterbury e dell’appena nata Virgin Records: Hugh Hopper, Richard Sinclair, Mike Oldfield, Fred Frith. L’ex batterista si reinventa tastierista e autore di canzoni espanse, liquide, dolceamare. La sua voce è intensa e sofferente, non credo potrei fare a meno di canzoni perfette come Sea Song e Alifie, pur con testi stranianti, patafisici, volutamente approssimativi

ANIMALS – Pink Floyd (1977)
Una carriera talmente lunga e variegata, talmente amata da me, che fa così parte di me e di quello che sono, che ho faticato moltissimo a scegliere un disco solo. Poteva essere anche More o The Piper At The Gates Of Dawn o The Final Cut. Questi sono i Pink Floyd arrabbiati. Non solo Waters, che portava avanti l’estetica del disco e scrive la maggior parte del materiale, ma anche Gilmour, che in Dogs azzecca la sua miglior musica e forse i suoi migliori assoli e Wright, perfetto cesellatore di suoni e arrangiatore sublime di Sheep. La Fattoria degli Animali di Orwell è la scusa per parlare della società di oggi, delle sue categorie malate. Un disco che non mi ha mai stancato, al contrario di The Dark Side Of The Moon o The Wall.

IN NEW YORK – Frank Zappa (1978)
Comprai questo doppio LP a Parigi, nel 1992. L’ho consumato, tanto che poi l’ho ricomprato anche su CD, dove ci sono cinque brani in più. Una band al top, con Terry Bozzio, Ruth Underwood, Eddie Jobson, i fratelli Brecker. Forse ha inciso dischi migliori e più coerenti, anche nei live (per esempio Roxy & Elsewhere), ma le versioni che sono qua dentro di The Torture Never Stops, The Black Page e altre valgono tantissimo. Come al solito Zappa inserisce nei dischi live brani inediti, cambia gli arrangiamenti, fa improvvisazioni eterodirette. Ho usato i verbi al presente perchè Zappa e i suoi quasi 100 dischi tutti diversi tra loro non possono morire. Il più grande compositore americano del XX° secolo

EPICA ETICA ETNICA PATHOS – CCCP (1990)
Per qualcuno erano l’antimusica, gente matta, pretenziosa, troppa politica, e poi che c’entrano la Madonna e le preghiere? E invece. Comprato il giorno stesso dell’uscita su doppio vinile, questo disco imperfetto contiene la fine dei CCCP e l’inizio dei CSI. Non potrei mai fare a meno di Giovanni Lindo Ferretti, della sua lucidità e della sua onestà sempre e comunque, del suo percorso personale imperfetto e accidentato, del suo uso delle parole. Aghia Sophia, Depressione Caspica, L’Andazzo Generale, Annarella, Maciste Contro Tutti si stagliano altissimi. Il punk che è ancora più estremo e controcorrente quando si trasforma in suite semi-acustiche e contemporaneamente distorte, con strumenti non perfettamente accordati ma chi se ne frega. Un disco epico con qualcosa di etnico, stracolmo di etica e di pathos

CAFE DE LA PAIX – Franco Battiato (1993)
Di Battiato stavo per inserire X Strategemmi del 2003, forse il suo disco più sottovalutato ma per me fenomenale. Poi ho optato per l’ultimo disco senza Sgalambro, dove non trovo neanche un brano debole, e dove raggiunge vertici assoluti della sintesi sotto forma di canzone in capolavori come Atlantide, Delenda Carthago, Lode All’Inviolato. Ci sono canzoni, Haiku, sperimentalismi, spiritualità, pop, elettronica. E’ questo per me il Battiato migliore, non quello delle sintesi testuali e musicalmente minimali de La Voce Del Padrone

MACRAME’ – Ivano Fossati – “Macramè” (1996)
Uscito quasi insieme ad Anime Salve di De Andrè, di cui scrisse quasi tutte le musiche, Fossati qua è al top, merito anche di musicisti eccelsi che lo affiancano (Tony Levin, Trilok Gurtu, Beppe Quirici – che oltre a suonare produce – Naco, Mario Arcari ecc). Cantato deciso, testi tra il “a cuore aperto” e il criptico, arrangiamenti perfetti e melodie affascinanti e commoventi. Labile, La Vita Segreta, L’Amante, L’orologio Americano, Stella Benigna. Roba da restarci secchi

ANTHOLOGY 2 – The Beatles (1996)
Il 1995 e il 1996 sono stati gli anni dei Beatles. Non si è mai parlato così tanto di loro, dopo lo scioglimento. Uscirono i tre doppi CD Anthology, con due inediti “nuovi”, alcuni inediti d’epoca, brani live ma soprattutto con versioni alternative, provvisorie, demo, in progress dei brani del gruppo che ha rivoluzionato la popular musica mondiale. Il secondo e il terzo volume sono quelli che mi hanno emozionato e coinvolto di più, rimanendo a bocca aperta sul work in progress di Strawberry Fields, o i brani di Revolver, Sgt. Pepper, Magical Mistery Tour diversi eppure ugualmente validi. Quell’anno andai a LIverpool, feci il mio Magical Mistery Tour sull’autobus giallo nei luoghi delle loro infanzie e delle loro giovinezze e mi commossi davanti all’Hofner di McCartney e al pianoforte bianco di Lennon. Senza di loro non ci sarebbe stato niente, ma proprio niente della musica che amo

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