Pubblicato il Agosto 31st, 2016 | by Vincenzo Giorgio
0Magic Bus – Transmission from Sogmore’s Garden (2015)
1. Sunflower
2. Ballad of lord Sogmore
3. Cosmic rays of dawn
4. Three days
5. Jupiter 3am
6. Seven wonders
7. Morning mantra
8. Earthpod
Etichetta Self Production/CD
Durata 46’24”
Paul Evans (vocals, guitar) ● Jay Darlington (keyboards) ● Terence Waldstradt (guitar, backing vocals) ● Viv Goodwin-Darke (flute, backing vocals) ● Benny Brooke (bass, backing vocals) ● Matt Butlin (drums)
Magic Bus (il nome rimanda all’album live degli Who registrato a Leeds ed uscito nel 1970) è un sestetto britannico che trae profonda ispirazione dal progressive seventies. In particolare, l’attenzione del gruppo è rivolta ai primi Caravan, sia per l’attitudine melodica che per la struttura dei brani giocati su sonorità tastieristiche smaccatamente sinclariane e su pulitissimi assoli flautistici, che non possono non rimandare al grande Jimmy Hastings. Il tutto condito con una delicatissima salsa psichedelica vicina a certe morbidezze floydiane soprattutto di stampo gilmuoriano. Si parte con la bellissima Sunflower, dove i Caravan si fondono felicemente con Crosby, Stills, Nash & Young, per poi proseguire con l’eclettica Ballad of Lord Sogmore, nella quale convivono architetture compositive alla Egg, afrori orientaleggianti, melodie folk ed aperture quasi sinfoniche. Se nella delicata Cosmic rays of dawn assistiamo all’amplesso tra Canterbury, ultimi Floyd e il Galles dei Gorky, in Three days le geometrie si fanno dolci e trasparenti, quasi ricordando certe cose degli Hatfield & The North. Di grande impatto emotivo la mini-suite Jupiter 3am, probabilmente uno dei picchi creativi del disco, seguita dall’altrettanto incisiva Seven wonders, capace di iniziare con una cadenza morbidamente folk-psichedelica per poi evolvere in un’atmosfera molto più tesa e “prog”. Sulla stessa scia la frastagliata Morning mantra, dove Evans & Co dimostrano ulteriormente la loro profonda capacità di sintesi costruendo un ponte tra Canterbury e il Galles, per poi concludere con il delicato incedere di Earthpod, soffusa ballad dai sapori molli e sghembi…. Sì, come quelli che lasciano in bocca certi vini del centr’Italia…svelando in un sol attimo che la Verità è là…oltre il Tempo…Già….in Vin(tage) Veritas…