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Pubblicato il Settembre 13th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Macroscream – Same (2016)

Tracklist
1. Mr. Why
2. Then it Goes Away
3. Unquiet
4. The Flying Gianpy
5. Goliath
6. Impenetrable Oak Bark

Etichetta Fading Records/CD

Durata 59’13”

Personell
Tonino Politanò ● (electric and acoustic guitar) ● Gianpaolo Saracino (violin) ● Marco Pallotti (drums) ● Luca Marconi (vocals) ● Alessandro Patierno (bass guitar, classical guitar, acoustic guitar, piano, mandolin, vocoder, percussions, drops, backing vocals) ● Davide Cirone (Hammond organ, electric pianos, Mellotron Minimoog, Korg synthesizer)

“Creare, creare, ovunque creare” cantavano gli Osanna nel 1971. C’è sempre un’alchimia all’origine del mescolarsi di più elementi, all’apparenza estranei tra loro, ma che nell’amalgamarsi a volte finiscono per sprigionare un prezioso composto finale. A patto che l’alchimista di turno abbia i nervi saldi e sappia dove mettere le mani. Macroscream, sestetto romano d’adozione (tre dei componenti vengono infatti dal sud Italia) non è semplice reincarnazione, come spesso accade nel panorama prog odierno, ma spirito libero e oltremodo curioso. A tre anni da SYSIPHUS, ottimo album di debutto pubblicato in autoproduzione, ecco finalmente MACROSCREAM, secondo capitolo che, fin dal titolo, suona come ideale e orgogliosa autoaffermazione della propria identità. Di certo rispetto agli esordi il gruppo ora può vantare una consapevolezza ed una padronanza maggiore nei propri mezzi: le dinamiche si sono raffinate e, anche dal punto di vista compositivo, le sei tracce suonano più mature rispetto al passato. Soprattutto, rispetto all’album precedente, MACROSCREAM è un disco molto più curato in ogni aspetto e certamente molto più ambizioso, che ha richiesto un investimento molto cospicuo in termini di tempo e denaro: lo conferma ad esempio la scelta un po’ folle e senza dubbio “onerosa” di missare il tutto in analogico su un Mixer NEVE – VR 48/96. Il risultato però è spettacolare sotto tutti i punti di vista: difficile infatti trovare un altro album in circolazione dove riescano a convivere felicemente e coerentemente tempi dispari, strumentazione vintage, vocalizzi etnici, violino, fiati, percussioni, didgeridoo o addirittura il vocoder e le cornamuse irlandesi. Ma del resto è un po’ questo il segreto e il fascino del magico mondo targato Macroscream: l’ascolto è un continuo ottovolante di imprevisti e di svolte improvvise, un patchwork, più che di generi musicali differenti (sarebbe troppo semplice), di vere e proprie contaminazioni timbriche e sonore. Una magica alchimia.

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