Ristampe

Pubblicato il Agosto 24th, 2016 | by Roberto Paravani

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Led Zeppelin – Houses of the Holy (2014/1973)

Tracklist
CD 1
1. The Song Remains The Same
2. The Rain Song
3. Over The Hills And Far Away
4. The Crunge
5. Dancing Days
6. D’yer Ma’ker
7. No Quarter
8. The Ocean

CD 2
1. The Song Remains The Same (Guitar Overdub Reference Mix)
2. The Rain Song (Mix Minus Piano)
3. Over The Hills And Far Away (Guitar Mix Backing Track)
4. The Crunge (Rough Mix – Keys Up)
5. Dancing Days (Rough Mix with Vocal)
6. No Quarter (Rough Mix With JPJ Keyboard Overdubs – No Vocal)
7. The Ocean (Working Mix)

Etichetta Atlantic/2 CD

Durata 40’59” + 36’13”

Personell
Jimmy Page (acoustic, electric and pedal steel guitars, theremin) ● Robert Plant (lead vocals) ● John Bonham (drums, backing vocals) ● John Paul Jones (bass guitar, keyboards synthesiser bass, backing vocals)

Giunti al quinto album, gli Zeppelin vacillano. Intendiamoci, le cose nel gruppo vanno benissimo: i quattro sono in costante crescita di consensi e popolarità e Houses of the Holy è un gran lavoro, ma c’è qualcosa che lo rende incompiuto e soprattutto non all’altezza dei quattro sontuosi lavori precedenti. Quando uscì, nel lontano 1973, ottenne risposte contrastanti anche tra i fan, visto che ai molti che lo ritenevano l’ennesimo capolavoro, se ne opposero altrettanti che invece lo giudicarono uno scivolone. L’album è il quinto e ultimo per la Atlantic e si presenta con una splendida cover elaborata dal famoso studio Hipgnosis, anche questa volta senza indicazioni: come nel disco precedente mancano titolo e nome del gruppo, per la “gioia” dei discografici; ma all’interno, per la prima volta fanno la comparsa i testi delle canzoni. I quattro provano ad allargare ulteriormente i loro orizzonti musicali con risultati discutibili: D’yer Ma’ker è un tentativo goffo e un po’ ruffiano di incrociare i ritmi reggae, The Crunge è un esperimento parzialmente riuscito di fondere l’hard rock con il funk. Gli arrangiamenti si fanno più complessi, i suoni sono più curati, le tastiere acquistano spazio e compaiono i sintetizzatori non sempre incastrati col dovuto gusto. Per fortuna ci sono un paio di pezzi strepitosi (The Rain Song e No Quarter) a risollevare la media generale di un’opera affascinante ma imperfetta. Come ormai saprete, il secondo CD della ristampa prevede le “chicche” scovate da Page per rendere nuovamente appetibili album che hanno già venduto svariate milioni di copie: qualche mix diverso, qualche semilavorato utile per dare una idea dello “stato di avanzamento dei lavori” otre che a compiacere completisti e feticisti. Nulla di più. Anche in questo caso ricordiamo i diversi formati disponibili: la deluxe edition in doppio CD, doppio vinile o digitale, la versione originale con il solo album rimasterizzato (CD o vinile) ed anche la super deluxe edition: due CD, due LP, un libro di 80 pagine, una card per il download dei file audio di tutti i pezzi in formato 96kHz/24bit e una stampa di alta qualità della copertina dell’album.

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