Pubblicato il Settembre 15th, 2017 | by Paolo Carnelli
0LaceBlack: il rock è un colpo al cuore
E’ uscito la scorsa primavera, ma è in realtà il frutto di un percorso artistico e personale che inizia molti anni prima, addirittura negli anni ’90. Sarà per questo che LACEBLACK, primo omonimo album del progetto solista di Luca Celletti, cantante e compositore romano già apprezzatissimo front man degli Eurosmith, è “come una pietra rotolante” che durante il suo percorso ha raccolto e accolto suggestioni e influenze differenti. Non il solito hard rock, insomma, ma decisamente qualcosa di più: un rock senza tempo, caldo, nella scrittura dei brani e nel sound degli strumenti, distante dalle esasperazioni pacchiane del genere. Arriva forte all’ascolto la componente passionale che lega l’autore alle sue creazioni, così come l’impronta di Dani Macchi (Belladonna) alla co-produzione e quella di Alex Elena (Alice Smith, Bruce Dickinson, Avril Lavigne…) dietro i tamburi. Ma basterebbe anche solo la straordinaria cover di Old Souls di Paul Williams inclusa nell’album per capire che Luca Celletti ha il dono di una visione musicale realmente a 360 gradi…
Il romanticismo è quel sentimento di sentirsi libero di manifestare in qualche modo la propria sensibilità verso il mondo visibile e invisibile che ci circonda – Luca Celletti
E’ trascorso poco più di un anno dall’uscita del primo album di LaceBlack: che storia è stata finora?
Sicuramente una storia crescente in termini di evoluzione artistica e consapevolezza in merito ad importantissime scelte di percorso, vissuto a pelle in ogni momento della mia vita creativa e manageriale. La scelta di continuare come songwriter in primis mantenedo il grande desiderio di ricerca degli elementi giusti per dare vita ad una grande Band. Ho avuto il piacere di essere accompagnato occasionalmente nei primi due live-acts, per la presentazione dei miei brani, da musicisti degni di grande attenzione, tra cui il mio amico storico e compagno di avventure musicali già dai primi anni 80, Giacomo Anselmi alla chitarra. Tempo a seguire l’idea di trasformare il progetto da solista ad esperienza di band si è consolidata in questi ultimi mesi con diverse esperienze ed incontri decisivi, che hanno settato il nuovo cammino, iniziando il vero cambiamento nel novembre 2016. Ad oggi posso dirmi molto stimolato e ben appagato dal condividere questa straordinaria esperienza con gli attuali bravissimi musicisti che prendono parte al progetto come line up e che ho il piacere di presentare: Francesco Savarese e Nicola Di Già alle chitarre, Fabrizio Ruggiero al basso e Massimo Marraccini alla batteria.
La cosa che mi ha sorpreso di più è la forte componente romantica dei brani, a cui è difficile rimanere indifferenti durante l’ascolto: come si innesta il concetto di romanticismo nella tua vita?
Se ti riferisci ai testi hai ragione, ma hai ragione anche se ti riferisci alle melodie. Il romanticismo credo sia parte di ogni creativo, è quel sentimento di sentirsi libero di manifestare in qualche modo la propria sensibilità verso il mondo visibile e invisibile che ci circonda, a cui apparteniamo a prescindere dalla propria consapevolezza. Il desiderio bruciante di sentirsi parte di questo mondo ci rende felicemente schiavi di questo curiosare tra le nostre cose…
C’è un brano che preferisci rispetto agli altri?
Non posso dire quale sia il mio brano preferito, li amo davvero tutti, diversamente ma allo stesso livello. Compresa la cover che ho scelto di inserire nell’album, la conturbante Old Souls di Paul Williams…
Oserei dire che LACEBLACK è un album che sarebbe piaciuto molto a David Bowie. Che rapporto hai con la produzione di questo straordinario artista?
E’ un grande onore per me l’accostamento che hai fatto. David Bowie è stato e sarà sempre l’icona della trasformazione artistica per eccellenza. La sua voce ipnotica, la sua musica stracolma di ritmi e sapori perfettamente mischiati, la sua maestria nel rendersi camaleontico, invadente e distaccato,androgino e umano allo stesso tempo. Non può non essere notato e amato… non si può non assorbire da tale fonte di ispirazione, anche se indirettamente. Ho avuto modo di assistere ad un suo live “The Glass Spider Tour”, nell’87’, qui in Italia, e ad un certo punto mi sono sentito come “Alice in Wonderland”. Ho anche un ricordo fortissimo, molto bello di ASHES TO ASHES e di quelle atmosfere dell’Olanda dei primi anni 90. Probabilmente David Bowie lo porto e continuerò a portarlo con me.
70 / 80 / 90: cosa prendi e cosa lasci, musicalmente parlando, di ognuna di queste decadi?
70’s – L’essere diretto, l’immediatezza, la curiosità che quel periodo richiedeva e offriva, l’informalità, non solo nel contesto di moda ma per esplorare le nuove tendenze di vita artistica e non, la sua rivoluzione sonora, i maestri che hanno rivoluzionato gli stili musicali, la voglia di essere sempre presenti ma non necessariamente “adeguati” alle circostanze , la spontaneità e anche l’ingenuità pura di mostrarsi liberamente, sfrontatamente.
80’s – La ricerca dello stile, l’Hard Rock, il prepotente incontro dell’Heavy Metal con la mia anima, la New Wawe, la Dance rock, Il Synth Pop sound… l’eleganza e i private parties con il drink sempre in mano… La classe non è acqua… Il mio iniziare a suonare la batteria e creare un gruppo Rock-Hard di brani originali, denominato “Rising”. Le mie prime composizioni e il mio primo brano registrato come drummer e singer “Dreams Moment”.
90’s – Il decadimento di un certo Hard Rock – Metal a causa dell’avvento del Grunge, cosa che non ho vissuto molto comodamente, con tutto il rispetto. Il mio approccio al canto, il passaggio definitivo da drummer a singer. La prima Band “Yes Of Course” come cantante, i primi live-acts nei pubs e le svariate covers come “Yes of Course” perché tutto poteva essere possibile. La nascita del primo tributo europeo agli Aerosmith, i miei “Eurosmith”. Le mie prime composizioni riposte nel cassetto fino ad oggi…
Hai preparato qualcosa di speciale per il concerto di LaceBlack del 16 settembre al Kill Joy di Roma?
Il 16 settembre sarà la nostra seconda volta come ospiti al Kill Joy. Naturalmente presenteremo i brani dell’album dal vivo, in versione attuale ed in è programma l’esecuzione anche di due brani inediti, prossimi all’inserimento del nuovo album a venire. Il tutto in un contesto per noi davvero speciale!