Pubblicato il Aprile 21st, 2020 | by Paolo Formichetti
0Juggernaut – Neuroteque (2019)
1. Limina
2. Astor
3. Ipnonauta
4. Charade
5. Titanismo
6. Aracnival
7. Orbitalia
Etichetta Subsound Records
Durata 42’26”
Andrea Carletti (electric and acoustic guitars, sitar, samples) ● Roberto Cippitelli (bass, glockenspiel, vibraslap, synth) ● Matteo D’Amicis (drums, ATV aFrame, egg and soft shaker, tambourine, tabla, senasel, trash can) ● Luigi Farina (electric, acoustic and classical guitars, synth)
Avevamo lasciato i romani Juggernaut con TRAMA! disco interamente strumentale che fondeva magistralmente metal, prog, noise, post rock, hardcore, rumorismo, frullandoli in un pastiche avvincente, colonna sonora virtuale di una torbida storia che raccontava la corruzione morale di un giornalista sedotto dalle alte sfere del potere politico ed economico (per chi volesse approfondire, la storia è accuratamente descritta sul sito del gruppo). A ben cinque anni da tale significativa realizzazione discografica la band torna con un nuovo lavoro ancora una volta interamente strumentale. Questa volta non si tratta di un concept, non c’è una trama che si dipana nelle sette composizioni in cui si articola il disco, ma in ogni caso la musica degli Juggernaut fa sì che ci si possa comunque abbandonare a un viaggio lisergico che attinga magari alle fantasie oniriche che ognuno di noi cova in un angolo nascosto della propria mente. La colonna sonora di questo viaggio è ancora una volta un affascinante caleidoscopio che fonde post-rock, avanguardie metal, retro-progressive, psichedelia, con passaggi sonori che sono di volta in volta dolci, potenti, dissonanti, tetri, ossessivi, inquietanti, acidi, cattivi. Continua a esserci un qualcosa di cinematografico nella musica dei Juggernaut, una visione retro-avanguardistica che nell’ossimoro del neologismo crea improbabili e originali fusioni stilistiche tra Fabio Frizzi e i Tool, Morricone e i Faith No More, i Goblin e i primi Opeth. In una parola: geniali!