Pubblicato il Novembre 14th, 2016 | by Antonio De Sarno
0Jadis – No Fear of Looking Down (2016)
1. Listen To Me (5:34)
2. Where Am I (5:22)
3. Just Let It Happen (7:09)
4. A Thousand Staring Eyes (4:51)
5. Change Of The Season (5:08)
6. Seeds Of Doubt (4:33)
7. Abandoned (6:07)
8. No Fear Of Looking Down (6:38)
Etichetta Jadismusic /CD
Durata 45’22”
Gary Chandler (Guitars, Vocals, BV’s & Keys) ● Stephen Christey (Drums & Percussion) ● Andy Marlow (Bass Guitar) ● Martin Orford (Key Solos, Piano, Flute, Hurdy Gurdy & BV’s)
Quanto dura una canzone dei Jadis? Esattamente quello che deve durare. Sembra una battuta, ma questo disco, dalle prime note della trascinante Listen To Me, è candidato a diventare il manifesto dei Jadis del nuovo corso, un gruppo che sembra aver finalmente ritrovato la giusta dimensione ed equilibrio stilistico. Se poi vi lasciavano indifferenti i primi lontanissimi dischi (More than Meets the Eye è datato 1992), allora è un altro paio di maniche: se avete preferito ignorare la terza ondata di rock progressivo che arrivava da oltremanica mentre prendevano piede progmetal e affini, passate pure oltre. Se invece quel mix di sinfonismo e oniricità è riuscito e ancora riesce a fare breccia in voi, un pezzo alla volta, contro ogni logica, allora sarà impossibile perdersi questo No Fear of Looking Down. Non si avverte nessuna forzatura, né stilistica né a livello di arrangiamento: solo una freschezza avvolgente, caratterizzata dalle armonie vocali di Gary Chandler (Mr Jadis) e Martin Orford, che segnano nel profondo un lavoro decisamente superiore agli ultimi pubblicati. Sebbene affiorino, di tanto in tanto, armonie e riff che ci rimandano agli esordi, l’album riesce comunque a suonare moderno e a proporre una bella carrellata di situazioni musicali, in particolare quando la quasi oldfieldiana Change of Season sfuma nella sognante Seeds of Doubt e ci lascia alle porte della stupenda Abandoned, dove Chandler ci consegna una serie di arpeggi figli della coda di Entangled. E’ quando il pezzo si fa incalzante, però, che si vola davvero con il classico tocco elettrico inimitabile del Maestro. Pura magia. Tirando le somme, No Fear of Looking Down è senza dubbio il migliore album dei Jadis da vent’anni a questa parte: ora possiamo solo sperare che il quartetto abbia finalmente quel seguito e riscontro che i vari Pendragon, IQ, Pallas, Galahad hanno già ottenuto, grazie alla loro proposta senza tempo e a una visione assolutamente unica nel panorama del rock progressivo.