Live

Pubblicato il Maggio 20th, 2019 | by Paolo Formichetti

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Il Bacio della Medusa – Roma, Auditorium Lo Sciamano, 18/5/19

Il Bacio della Medusa è una delle realtà più interessanti della attuale scena prog italiana: la band umbra, autrice di quattro straordinari album in studio, dà il meglio di sè nella dimensione live, dove la sua miscela incendiaria di hard-progressive, poetica cantautorale e digressioni jazzate crea sempre uno spettacolo estremamente coinvolgente. Abituati all’energia che caratterizza i sei musicisti sul palco, e in attesa di ritrovarli al prossimo Festival di Veruno, era grande la curiosità di ascoltarli per la prima volta in una più soffusa e intimistica veste acustica, grazie a un concerto pensato e realizzato appositamente per la data romana che si è tenuta presso l’auditorium della scuola di musica “Lo Sciamano”.

La presenza nell’auditorium di un prestigioso pianoforte a coda Bechstein di fine ‘800 è stata la stella attorno alla quale si sono trovati ad orbitare gli altri strumenti: chitarre e basso acustici, flauto traverso e sax, armonica a bocca e cajon si sono messi al servizio di sua maestà ad 88 tasti rendendolo il protagonista assoluto della serata, grazie anche ai nuovi arrangiamenti realizzati ad hoc per i brani in scaletta. Se tutti i membri della band hanno mostrato le loro notevoli doti di strumentisti a stupire più di tutti è stato Diego Petrini, che ha mostrato di essere un grande pianista, suonando il nobile strumento in maniera incantevole, seduto sopra al suo cajon col quale spesso e volentieri ha fornito anche la ritmica e la giusta carica ai brani.

La scaletta ha visto un excursus nell’intero repertorio della band: le struggenti Preludio: il trapasso e Confessione di un giovane amante hanno da subito fatto capire che sarebbe stata una serata di grandi emozioni, mentre la successiva Il vino, completamente stravolta da un’azzeccatissimo ed originale arrangiamento ha fatto capire che seppur in versione acustica l’energia non sarebbe mancata. La sonda dall’ultimo lavoro è stata il preludio al capolavoro 5 e ¼ fuori dalla finestra il tempo è dispari, che anche in versione unplugged non ha perso nulla della sua straordinaria carica emotiva. Le belle Animatronica platonica e Sudamerica hanno preceduto Uthopia il non luogo, brano strumentale che ha dato modo al gruppo di fare sfoggio di notevoli virtuosismi. Il pubblico non numerosissimo ma molto caloroso ha tributato il giusto merito alla band, che si è accomiatata con Simplicio, Melencolia, Cantico del poeta errante e De luxuria de ludo et de taberna. Gran finale con pianoforte e cinque voci che interpretano Corale per messa da requiem.

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