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Pubblicato il Settembre 1st, 2016 | by Lorenzo Barbagli

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God is an Astronaut – Helios | Erebus (2015)

Tracklist

1. Agneya
2. Pig Powder
3. Vetus Memoria
4. Finem Solis
5. Helios | Erebus
6. Obscura Somnia
7. Centralia
8. Sea of Trees

Etichetta Revive Records/CD

Durata 45’13”

Personell

Torsten Kinsella (Guitars, Keyboards, Vocals, Programming) ● Niels Kinsella (Bass) ● Lloyd Hanney (Drums) ● Jamie Dean (Keyboards, Guitars, Vocals) ● Jimi Scanlan (Guitars) (7)

 

Forse, per assaporarla al meglio, l’ultima fatica discografica dei God is an Astronaut non la si dovrebbe ascoltare e recepire un brano alla volta, ma come un lungo e unico flusso musicale di quarantacinque minuti. Ascoltare Helios | Erebus nel modo tradizionale, con interruzioni e magari anche prendendosi delle pause, equivarrebbe a “spezzare la tensione”, a non godere appieno della totalità del quadro, o del mosaico, che i quattro strumentisti irlandesi hanno saputo comporre. Helios | Erebus è infatti come una soundtrack che prende forma traccia dopo traccia e ognuna di esse è un microcosmo che riflette nel suo piccolo la statura di una visione più ampia. L’obiettivo principale del post rock è sempre stato questo d’altra parte: prendere le mosse da modeste particelle quiete e reiterate e spostarle gradualmente verso scenari maestosi, apocalittici e cosmici. I God is an Astronaut raddoppiano tale sensazione, utilizzandola sia nei singoli brani, sia amplificandola nello scorrere dell’album nella sua totalità, confermando in questo nuovo capitolo la volontà di portare avanti il non facile compito nel mantenere la freschezza di un genere che da tempo soffre di poca originalità. Questa volta la band è forse più vorticosa, più elettrica ed epica che mai nei toni chiaroscuri della title-track o nei soundscape di memoria frippiana di Pig Powder. Le chitarre si rincorrono tra arpeggi eterei e agglomerati da atmospheric metal, segnando il loro primato sull’elettronica e gli interventi di piano, arrivando persino all’astrattezza siderale di Finem Solis e Obscura Somnia. Per il resto il disco si concentra su scenari pittorici e descrittivi da post prog, come Centralia e Sea of Trees, affini alla poetica malinconica di Sigur Ros e Anathema: tutti brani che se presi singolarmente potrebbero perdere un po’ del loro fascino, ma contestualizzati in un album come Helios | Erebus riescono a darsi forza a vicenda.

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