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Pubblicato il Luglio 14th, 2022 | by Lino Carfagna

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GAZZARA – Progression (2022)

Tracklist

  1. Misericordiae
  2. Southhampton
  3. Havant
  4. Chichester
  5. Arundel
  6. Bramber
  7. Winchelsea
  8. Lewes
  9. Boreham Street
  10. Appledore
  11. Rye
  12. Canterbury

Durata 65’00”

Etichetta IRMA RECORDS


Personell

Francesco Gazzara (Hammond B3, Fender Rhodes, Mellotron  M4000D, Battle’s Union Chapel portative organ, Kaway acoustic piano, Harpsichord Korg M520, Arp Pro DGX , melodica, 12 string, nylon and electrics guitars , electric bass, bass pedals)  ● Giuliano Ferrari (drums) ● Dario Cecchini (flute, sax, bass clarinet)  ● Carmine Capozucco  (oboe) ● Giulia Nuti (viola) ● Giorgia Pancaldi (cello) ● The Old Choir (vocals on Misericordiae


Progressione indica il processo di sviluppo o il muoversi gradualmente verso uno stadio più evoluto. La frase introduttiva contenuta nelle note di copertina riportate in inglese all’interno del Cd, indica in modo esauriente lo spirito di questo nuovo album di Francesco Gazzara, intitolato appunto PROGRESSION.

Il lavoro è stato ispirato, spiega Gazzara, dalla più antica mappa stradale britannica ( C. 1360) e i titoli dei brani in esso contenuti prendono il nome da alcune delle località che si incontrano percorrendo proprio questa antica strada che attraversa il sud dell’Inghilterra tra Southhampton e Canterbury. Un pellegrinaggio quasi dimenticato, si legge ancora, simile al ben noto percorso spirituale di Santiago di Compostela in Spagna.

Il disco è interamente strumentale eccettuato il primo brano e sebbene a dominare siano decisamente le tastiere, com’è ovvio essendo Gazzara principalmente un pianista, risulta molto ricco di strumenti che vanno da una notevole sezione di archi, ai fiati, alle chitarre (acustiche ed elettriche) e naturalmente alle percussioni, rendendolo assolutamente affascinante.

La prima traccia è un corale di pregevole fattura eseguito da The old Way Choir, brano molto evocativo e coinvolgente. Chi conosce Francesco Gazzara e la sua musica sa bene che si tratta di un grande appassionato dei Genesis. Doveroso ricordare a questo proposito i due dischi tributo da lui in precedenza realizzati dedicati al repertorio della band inglese (PLAY ME MY SONG e HERE COMES AGAIN). Anche in questo suo ultimo album è impossibile non cogliere qua e là echi delle sonorità dei Genesis che talvolta sembrano quasi delle citazioni e che un ascoltatore esperto non credo farà fatica a scoprire. C’è più in generale in tutto l’album un continuo riferimento a suoni ed atmosfere che hanno caratterizzato e reso unico il prog nel tempo.

Il prog insomma è ancora una volta protagonista in questo album di Gazzara e si palesa sotto diverse forme, ma sempre sotto il comune denominatore di una musica non esattamente catalogabile e soprattutto difficile da racchiudere, costringere negli spazi angusti di composizioni brevi. Un plauso particolare va sicuramente tributato al dipinto di copertina del cd ad opera della stessa figlia di Gazzara, Sophia, che rende perfettamente l’idea del tendere a quel tipo di progressione di cui si diceva all’inizio. Una musica senza confini per menti abituate a sognare.

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