Isole

Pubblicato il Agosto 24th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Gabriele Martelli (PropheXy)

I dieci dischi dell’isola deserta di GABRIELE MARTELLI, chitarrista con i PropheXy, spesso insieme a Richard Sinclair (Caravan, Hatfield and the North, Camel) amante dei tempi dispari e delle acrobazie armoniche ma mai fini a se stesse… more info: www.prophexy.com


BLACK SABBATH – Black Sabbath (1970)
I Black Sabbath sono una delle mie band preferite di tutti i tempi, hanno scritto brani incredibili e pensavo a Tony Iommi quando ho deciso di acquistare una Gibson Sg (mancina!!). Quindi il primo disco che intendo portare su un’isola deserta è sicuramente un album dei Sabbath. Dovendo scegliere, punterei sul loro album omonimo, quando le venature heavy si accostano al blues con quel pizzico di lisergico che non guasta… poi la title track è qualcosa di fantastico…

GODBLUFF – Van der Graaf Generator (1975)
Adoro i Va Der Graaf Generator, per il loro songwriting e il loro sound scuro. Godbluff è in assoluto il mio album preferito di questa band, quattro tracce spettacolari, in cui sono racchiuse tutte le tipologie di atmosfere che Peter, Guy, David e Hugh sanno creare. L’ingresso della voce in Scorched Earth vale da solo tutto il disco

LARK’S TONGUES IN ASPIC – King Crimson (1973)
I King Crimson sono per me la più grande band nella storia del rock poichè in ogni disco, da In The Court of the Crimson King a The Power to Believe, hanno saputo creare qualcosa di nuovo. Poiché è davvero arduo scegliere un solo prodotto nel negozio di Mr Fripp, sceglierò LTIA, un incredibile mix di prog rock, avant rock, RIO e minimal music, registrato quando queste etichette non esistevano neppure

ARBEIT MACHT FREI – Area (1973)
Il più grande e singolare contributo che l’Italia abbia dato al mondo del Rock…un gruppo che non cercava assolutamente di imitare gli esempi inglesi o americani, ma che faceva la propria musica e la propria ricerca. E’ per questo che alla domanda “che genere di musica fanno gli Area?” si può rispondere solo con una tautologia: “gli Area suonano come gli Area”. Il loro primo album è la mia scelta, un mix di prog rock, jazz rock, musica colta, happening, poesia di avanguardia… non potrei mai vivere su un’isola deserta senza questo capolavoro

YOU – Gong (1974)
Ogni volta che vado a sentire i Gong dal vivo mi diverto come un bambino: Daevid Allen è un grande! C’è un brano in particolare che aspetto sempre con ansia, Master Builder… cosa c’è di meglio che ascoltarla a tutto volume su un’isola deserta? Dannati squali beccatevi un po’ di psychedelic sound!!!

OVERNITE SENSATION – Frank Zappa (1973)
Un amico mio e di Luca (Fattori) mi ha fatto conoscere la musica di Frank Zappa quando eravamo ancora studenti, prestandomi questo album. Fu davvero incredibile scoprire gemme quali Montana e Zombie Woof (con un Ricky Lancelotti da brivido!). Inoltre sapreste dirmi una canzone rock di quarant’anni fa con un testo così attuale come I’m the Slime? I Media rimangono “tool of the government and industry, too” nonostante la tanto lodata libertà della rete…

ELECTRIC LADYLAND – The Jimi Hendrix Experience (1968)
Cosa si può dire di Jimi? Niente, è un grande, punto. E’ sempre stato il mio idolo, da ragazzo i muri della mia stanza erano totalmente coperti da foto e poster raffiguranti Hendrix, tanto che molti dei miei parenti e amici pensavano fossi matto: perché mai un adolescente dovrebbe appendere nella sua camera i poster di Jimi anziché le classiche donne nude???? Ok, le ragazze sono importanti, ma il vero amore è riservato a Hendrix… speriamo che mia moglie non legga questa intervista! InElectric Ladyland la miscela di blues e rock di Jimi è al top, in questo disco oltrepassa i limiti della forma canzone regalandoci Voodoo Chile e altre perle… e poi abbiamo le donne nude in copertina!

FOUR WAY STREET – CSN&Y (1971)
Sono un discreto collezionista di dischi e rarità di Neil Young e Crosby Stills & Nash: la scelta di Four Way Street, è facile intuire, deriva dal fatto che con questo live posso sentirli tutti e quattro! Così non devo rinunciare al songwriting lisergico di Crosby o al pop raffinato targato Nash in favore della malinconia graffiante di Neil Young o dell’eleganza e maestria di Stephen Stills (notevole anche nei brani non di sua propria composizione)

WHO’S NEXT – The Who (1971)
Su quest’isola sto portando dei gran dischi di prog e rock psichedelico, ma potrebbe venirmi voglia di ascoltare anche del rock più sanguigno… quindi vada per Who’s Next, l’album più fresco ed attuale degli Who (parere personale ovviamente!). Le canzoni sono fantastiche e il suono ancora oggi non ha perso il suo fascino… e se prendi un disco che inizia con Baba O’Riley non puoi sbagliare!! Posso portare con me l’expanded edition contenente il concerto allo Young Vic del ’71??

SACRIFICE – Black Widow (1970)
Mi è sempre piaciuto in modo particolare quando il rock incontra temi esoterici quali l’evocazione di demoni, ed è per questo che quando avevo diciotto anni mi sono imbattuto in questo grandissimo album. Sul retro del disco è trascritto il testo di “Come to The Sabbath”… come resistere all’acquisto? Ma la cosa sensazionale è che i Black Widow trattano questi temi in maniera assolutamente non banale e intelligente, senza voler far apparire Satana figo per fare gli “alternativi”. I Black Widow hanno insegnato come si possa essere veramente maligni senza look o sound aggressivi, ricordandoci come chi ha rovinato e rovina il mondo non è un rocker con lunghi capelli, tatuaggi, borchie, ecc…ma molto spesso è qualcuno che indossa giacca e cravatta… E’ grazie a questo disco che ho cominciato ad abbassare il gain nell’amplificatore e le mie parti di chitarra sono diventate meno heavy. I testi dei PropheXy sono sempre cinici e critici verso il mondo che ci circonda, ma non esprimiamo la nostra rabbia suonando dei powerchords con chitarre distorte… i Black Widow hanno saputo trasmettere e raccontare paure maligne e ancestrali con chitarre acustiche e flauti, puntando alla sostanza (temi musicali e testi), non alla forma (suono)… una grande lezione

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