Pubblicato il Marzo 11th, 2019 | by Lorenzo Barbagli
0FRACTURE (King Crimson, 1974)
Tra cento anni staremo ancora ascoltando canzoni che hanno la stessa struttura strofa-ritornello-bridge-strofa-ritornello? Dobbiamo spingerci oltre. John Wetton disse qualcosa riguardo un album dei King Crimson: “Ecco il nostro prossimo assalto alla cultura” ed è quello che noi speriamo di fare” CEDRIC BIXLER-ZAVALA (The Mars Volta)
Il presente articolo è in parte ispirato a questo video, dal quale ho preso spunto per spiegare perché Fracture è il mio pezzo preferito dei King Crimson e della sua importanza nel panorama prog contemporaneo. Il 29 marzo 1974 i King Crimson pubblicavano STARLESS AND BIBLE BLACK di cui Fracture è il brano di chiusura. Nel 2016 Robert Fripp scrisse a proposito nei suoi diari online una frase dal sapore quasi provocatorio: “Fracture è impossibile da suonare”. Affermazione quantomeno paradossale poiché lo stesso pezzo contenuto nell’album fu registrato dal vivo il 23 novembre 1973 al Concertgebouw di Amsterdam: ne abbiamo di conseguenza una performance genuina e spontanea che coglie l’umore del momento ancor più che se fosse stata una versione elaborata e editata in studio, anche se successivamente furono fatte delle piccole migliorie in fase di produzione.
Ero preoccupato che i ragazzi venuti al concerto, dopo aver ascoltato i King Crimson, avrebbero detto: “Cazzo, ma i Tool gli hanno fregato i pezzi!”, perché la cosa era lì davanti agli occhi di tutti. D’altro canto, noi abbiamo sempre detto di essere stati influenzati dai Crimson, non ne abbiamo mai fatto mistero — MAYNARD JAMES KEENAN a proposito del tour con i KC nel 2001
Ciò che Fripp probabilmente intendeva nel suo proverbiale linguaggio filosofico è che Fracture rappresenta la composizione più complessa da eseguire nel repertorio dei Crimson e che richiedeva il massimo della sua concentrazione, disciplina e dedizione nei confronti dello strumento. Naturalmente anche tutta la band era chiamata a impegnarsi nella difficoltosa resa di quel pezzo a partire da John Wetton che con il suo basso si inserisce con grande fluidità a completare il moto geometrico della chitarra di Fripp. Il pezzo non è solo una conquista sfoggiata nella perizia chitarristica, impresa ardua anche per lo stesso Fripp il quale dovette provare per mesi prima di raggiungere il suo obiettivo, ma anche il punto più alto toccato a livello strumentale e compositivo dal gruppo.
Io mi sono scoperto un fan dei Tool. Adam Jones mi ha chiesto se riuscivo a trovare l’influenza dei Crimson ascolando i loro pezzi e io gli ho risposto di no: sarei forse in grado di individuare più l’influenza dei Tool sui King Crimson che quella dei King Crimson sui Tool — ROBERT FRIPP
Fracture, oltre ad essere un capolavoro di dinamica, perfeziona e consolida tutte le esperienze precedenti dei King Crimson e stabilisce la cifra stilistica di quella che forse è stata la miglior incarnazione del Re Cremisi, nonché la fase creativa che ha tramandato alle nuove generazioni un’influenza inestimabile. Praticamente Fracture è il prototipo che al suo interno ha definito molti dei parametri estetici di cui si sono nutriti sottogeneri come math rock, post rock, fino al metal e al post hardcore più sperimentali di oggigiorno. Il periodo ’73-’74 dei King Crimson è stato quello più abrasivo e aggressivo che ha inoltre dettato molto del percorso successivo e attuale dei Crimson stessi, da THE CONSTRUKCTION OF LIGHT a THE POWER TO BELIEVE.
Robert Fripp è da sempre un punto di riferimento per tutti noi musicisti. Ha detto che recentemente si è messo a scrivere musica più pesante, proprio dopo averci sentito suonare — MAYNARD JAMES KEENAN
In effetti per comprendere al meglio il livello di potenza sonica conseguita da quella line-up, la dimensione live rimane un punto fermo, come testimonia il quadruplo box set THE GREAT DECEIVER: LIVE 1973-1974, con delle versioni molto superiori a quelle che poi ritroviamo negli album in studio. Wetton stesso fu particolarmente soddisfatto della resa di Cat Food suonata per la prima volta dal vivo nel 1973, dichiarando che la loro versione live era di gran lunga migliore dell’originale. Ma se vogliamo prendere un brano singolo che sia da esempio o che faccia da simbolo per quello che riguarda una buona parte della direzione musicale di influenti band moderne tra loro differenti come Tool, The Mars Volta e Slint, Fracture rappresenta una miniera a livello di eredità. Nelle pieghe matematiche dell’esecuzione, nelle ritmiche irregolari, nei riff circolari e ostinati, ritroviamo molte similitudini in quella che attualmente, a quarantacinque anni di distanza, è considerata la musica sperimentale più stimolante e rivolta verso il futuro.