Pubblicato il Settembre 7th, 2016 | by Roberto Paravani
0Edition Speciale – Horizon Digital (2007/1978)
1. Aurore
2. Camara
3. Ma Vie Dégénère
4. Daisy
5. Jungle’s Jingle
6. Confluence
Bonus tracks
7. Rouge Champs
8. ES Blues
9. Open It Up
10. Babylone
11. Time Will Make It Better
Etichetta Musea/CD
Durata 63’17”
Martial Lorenzini (guitars, vocals) ● Ann Ballester (keyboards, vocals) ● Francois Grillot (bass on 1–6) ● Alain Gouillard (drums on 1–6) ● Mireille Bauer (vibes, percussion on 1–6) ● Thierry Tamain (keyboards on 7–11) ● Emmanuel Binet (bass on 7–11) ● Frank Raholison (drums on 7-11) ● Fernand Pena (vocals on 7-11)
Edition Speciale era un gruppo francese attivo nella seconda metà degli anni settanta e dedito al jazz-rock, un genere che proprio in quegli anni ha il suo momento migliore grazie al contributo di Weather Report, Mahavisnu Orchestra e di tutti figli più o meno legittimi di Bitches Brew di Miles Davis. Con un orecchio rivolto a questi nuovi suoni, Martial Lorenzini, conosciuto per essere stato il chitarrista dei Triangle, fonda nel 1975 il gruppo con l’apporto di Ann Ballester, voce e tastiere, Josquin Turenne Des Pres al basso e Jean-Francois Bouchet D’Angely alla batteria. Questa formazione pubblica Allée des tilleuls per United Artists nel 1976. Nel 1977 è la volta di Aliquante, in cui si segnala il cambio di batterista con l’ingresso di Alain Gouillard. Al gruppo si aggiunge la vibrafonista/percussionista Mireille Bauer per la pubblicazione nel 1978 di Horizon digital, come il precedente per RCA. I primi due lavori sono stati ristampati negli scorsi anni da Musea e ora arriva anche la ristampa del terzo. Nel CD in questione, le prime 6 tracce (ovvero il LP originale), vedono il gruppo alle prese con un solido sound che, oltre ai modelli già citati, ricorda un altro gruppo francese (beh… quasi), i Gong di Gazeuse! che, guarda caso, avevano nei propri ranghi proprio la Bauer. A queste caratteristiche si aggiunge una componente inconsueta per gli standard del genere: la voce, anzi, le voci maschili e femminili che danno alla musica una connotazione molto personale, ma che rappresenta anche l’elemento più debole; si fanno infatti decisamente preferire i numerosi tratti strumentali, in cui i musicisti suonano con grande foga e anche con un certo stile. Il giudizio sull’album originale è quindi positivo e lo sarebbe anche di questa ristampa. Peccato che Musea, seguendo una moda ormai imperante, abbia deciso di aggiungere in coda altre cinque tracce registrate nel 1980 da una formazione largamente rimaneggiata. In queste bonus, l’aroma e la fragranza dei brani precedenti si perde e il jazz-rock avventuroso di due anni prima, si stempera nel pop, nel funk e nel conformismo.