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Pubblicato il Settembre 5th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Dewa Budjana – Surya Namaskar (2014)

Tracklist
1. Fifty
2. Duaji & Guruji
3. Capistrano Road
4. Lamboya
5. Kalingga
6. Campuhan Hill
7. Surya Namaskar
8. Dalem Waturenggong

Etichetta Moonjune Records/CD

Durata 55’42”

Personell
Dewa Budjana (electric and acoustic guitars) ● Jimmy Johnson (bass guitar) ● Vinnie Colaiuta (drums). Special guests: Gary Husband (synthesizers on Fifty), Michael Landau (electric guitar solos on Surya Namaskar), Mang Ayi (vocals on Kalingga), Kang Pupung (Tarawangsa on Kalingga), Kang Iya (Kacapi on Kalingga)

Nel suo paese, il cinquantenne Dewa Budjana è una specie di superstar: in Indonesia in vent’anni di carriera ha venduto milioni di dischi con i Gigi, quartetto pop rock di cui è il motore principale, ma il suo interesse da qualche anno a questa parte si è decisamente spostato verso il jazz rock. Scoperto dall’amico Leonardo Pavkovic, che ha già pubblicato con la sua Moonjune Records i due album Dawai In Paradise (2011) e Joged Kahyangan (2013), Dewa ora spinge sull’acceleratore e si sposta verso traiettorie più elettriche: se i precedenti lavori vedevano il talentuoso chitarrista proporre un jazz rock d’atmosfera, rarefatto e suadente, suonato quasi in punta di piedi, in questo caso le vibrazioni non mancano e arrivano copiose direttamente alla pancia, oltre che alla testa dell’ascoltatore. Merito probabilmente anche dalla eccezionale sezione ritmica costituita dal bassista Jimmy Johnson (Allan Holdsworth, James Taylor, Flim & the BB’s, Simon Phillips, Planet X) e dal batterista Vinnie Colaiuta (Frank Zappa, Herbie Hancock, Jeff Beck, Sting). I tre si sono ritrovati a Los Angeles insieme al tecnico del suono Robert Feist, tramutando quella che avrebbe potuto essere una session come tante in cinquantacinque minuti di pura magia. Si prenda ad esempio la lunga Kalingga, con il suo alternarsi di atmosfere, come se Pat Metheny, Allan Holdsworth e Terje Rypdal si trovassero improvvisamente insieme nella stessa stanza. Un vero e proprio manifesto della ricerca attuata da Dewa, e un brano ancora più impressionate se si pensa che è stato inciso senza click o basi pre-registrate, praticamente al primo take e accogliendo larghi spunti dall’improvvisazione dei tre musicisti. Ma al di là dei nomi coinvolti (in due tracce ci sono anche altri due “mostri” come Gary Husband e Michael Landau), Surya Namaskar affascina e coinvolge l’ascoltatore per la bontà dei temi e delle melodie snocciolate da Budjana, e per la sua capacità di unire intelligentemente elementi tecnici e timbrici della sua cultura con il pragmatismo del miglior jazz rock occidentale.

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