Pubblicato il Luglio 20th, 2018 | by Simone Ercole
0Devin Townsend Project – Ocean Machine Live at the Ancient Roman Theatre Plovdiv (2018)
- Truth
- Stormbending
- Om
- Failure
- By Your Command
- Gaia
- Deadhead
- Canada
- Bad Devil
- Higher
- A Simple Lullaby
- Deep Peace
- Seventh Wave
- Life
- Night
- Hide Nowhere
- Sister
- 3 A.M.
- Voices In The Fan
- Greetings
- Regulator
- Funeral
- Bastard
- The Death Of Music
- Things Beyond Things
Etichetta Inside Out Music/Bluray
Durata 171′ 43”
Devin Townsend (vocals, guitars) ● Dave Young (guitars) ● Ryan Van Poederooyen (drums) ● Mike St-Jean (keyboards, programming) ● Brian Waddel (bass tracks 1-12) ● John ‘Squid’ Harder (bass tracks 12-25) ● Orchestra of Plovdiv State Opera (tracks 1-12)
Piccolissima premessa: non amo il metal, ma Devin Townsend è praticamente l’unica eccezione. Sarà il suo non prendersi troppo sul serio, oppure la sua forte personalità che non lo fa cadere mai completamente nei cliché del genere, compresa la derivazione prog del metal. Fatto sta che sto pian piano diventando suo fan. E in tal senso il live in questione offre una panoramica sulla sua carriera come poche altre uscite.
Registrato nell’antico teatro di Plovdiv in Bulgaria, il concerto è suddiviso in due lunghe sezioni di un’ora e mezza l’una: la prima è un set “by request”, con brani scelti dai fan su internet e suonati con orchestra e coro; la seconda invece consiste nell’intero album OCEAN MACHINE, qui al suo ventesimo anniversario. Personalmente, pur apprezzando il suddetto album, ho trovato un po’ azzardata la scelta di piazzare per prima la sezione con l’orchestra, che con la sua natura più epica e grandiosa ben si sarebbe adattata come culmine finale di questo concerto. La scelta dei brani in questa sezione è molto azzeccata, con immancabili estratti dall’ultimo album TRANSCENDENCE (Truth, Stormbending, Failure e Higher) tutti molto adatti alla dimensione orchestrale, e sorprese come Om, Bad Devil e A Simple Lullaby. Deadhead si conferma come un indiscusso apice di questa prima metà, seguita a ruota da By Your Command e la sublime Deep Peace, che grazie all’orchestra riesce a mostrare tutte le sue migliori caratteristiche. Doveroso citare il “pesante” finale di By Your Command, eseguito dalla sola band, in cui possiamo notare le espressioni coinvolte e divertite di vari membri dell’orchestra, quasi come a dimostrare che oggi, a differenza di qualche decennio fa, in musica non esistono e non devono esistere barriere. Inutile dire che Devin ci regala una performance di altissima qualità in tutti i sensi, così come il resto della band.
Dopo una pausa necessaria per riorganizzare il palco, ora senza orchestra, ecco OCEAN MACHINE suonato nella sua interezza. Importante la presenza aggiunta di John ‘Squid’ Harder al basso, presente anche nell’album originale. Anche qui la performance è di altissimo livello da parte di tutti, culminando con il climax inarrestabile del trittico Funeral, Bastard e The Death Of Music. Può essere ovvio il confronto con l’identico trio di canzoni suonato un paio di anni prima alla Royal Albert Hall per il precedente DVD, e in tal senso qui Devin appare forse un po’ più in difficoltà sull’ultima, a causa del lungo tour che ha preceduto questo concerto e del clima non certo tropicale della Plovdiv di fine Settembre; però, forse proprio per questo, il tutto riesce ad essere ancora più intenso. Una volta arrivati alla fine di questi brani, con la coda di Things Beyond Things, forse si capisce la scelta di suonare OCEAN MACHINE nella seconda metà piuttosto che nella prima.
La qualità video e audio è eccelsa; anche se ovviamente, visto il suono già “ingombrante” della band di Devin, la parte con orchestra ha un mix che non può materialmente permetterci di ascoltare ogni singola nota, e spesso qualcuno finisce per essere sommerso. In questo senso si ha l’impressione che spesso l’orchestra si limiti ad “aumentare” il suono, e che solo in brani come Bad Devil, Deep Peace e Failure abbia un ruolo più attivo ed importante. Nonostante questo però la resa è ottima, e in generale siamo di fronte ad un concerto doppiamente importante: non solo in quanto celebrazione di OCEAN MACHINE, ma anche come punto di arrivo del Devin Townsend Project, band che lo stesso Devin ha sciolto poco dopo. Quindi un bellissimo canto del cigno che rappresenta perfettamente un sunto della multiforme carriera di Devin Townsend fino ad oggi. E non è cosa da poco.