Pubblicato il Agosto 26th, 2020 | by Ed Pisani
0Christian Sands – Be Water (2020)
1. Intro
2. Sonar
3. Be Water I
4. Crash
5. Drive
6. Steam
7. Can’t Find My Way Home
8. Be Water II
9. Still
10. Outro
Etichetta Mack Avenue Records/CD
Durata
Christian Sands (piano) ● Yasushi Nakamura (bass) ● Clarence Penn (drums) ● Marvin Sewell (guitars on 1, 5, 9, 10) ● Marcus Strickland (tenor saxophone, bass clarinet on 3, 5, 10) ● Sean Jones (trumpet, flugelhorn on 3, 10) ● Steve Davis (trombone on 3, 10) ● Sara Caswell (violin 1 on 8) ● Tomoko Akaboshi (violin 2 on #8) ● Benni von Gutzeit (viola on 8) ● Eleanor Norton (cello on 8) ● Bruce Lee (voice on 3, 8)
Quanti giovani talenti nel panorama attuale del jazz! Mi ha colpito in particolare questo trentunenne pianista originario del Connecticut, che – come narra la leggenda – ha iniziato a comporre all’età di 5 anni e a incidere dai 12 anni in poi… Per tutto il suo curriculum scolastico ha studiato musica, partecipando regolarmente al Jazz in July Music Camp dove ha incontrato il suo mentore, il pianista Billy Taylor. Poi Conservatorio e Master’s alla Manhattan School of Music (e scusate se è poco) che gli ha permesso di suonare con musicisti del calibro di Phil Woods, Lou Donaldson e Wycliffe Gordon, per poi farsi reclutare dal contrabbassista Christian McBride. Attenzione, perché durante le esibizioni ai Grammys del 2006 e 2007 si ritrovò a duettare al piano con Oscar Peterson… da brividi. Tralascio i suoi lavori precedenti (e segnalo solo REACH del 2017) per andare al suo recentissimo lavoro, BE WATER, che ha tanti spunti originali e una freschezza di suono notevole. Confesso a tutti: all’inizio mi ha incuriosito in particolare (e mi è piaciuta tanto) l’unica rivisitazione che appare sul disco tra i dieci brani originali, e cioè Can’t Find My Way Home di Steve Winwood (vedi periodo Blind Faith). Sarà che quello che ha fatto il buon Winwood per me è salutare, ma oltre la citazione c’è veramente un’interpretazione coinvolgente che lascia un gusto di miele d’agrumi in bocca (che, per chi non lo sapesse, è il non plus ultra per un siciliano).
Ancora qualche dettaglio: i musicisti che suonano con Christian Sands sono soprattutto giovani di primo livello, a partire da Yasushi Nakamura al basso e Clarence Penn alla batteria, per arrivare poi a Marvin Sewell alle chitarre e Marcus Strickland al sax tenore e al clarinetto basso. In alcuni brani appaiono anche tromba, trombone e una sessione d’archi. Insomma non manca nulla. A parte la già citata ballata winwoodiana, una nota di merito per Drive, scritta con Strickland, con un iniziale riff chitarristico che ci trasporta verso un ritmo che trascende sia il funky che il bebop, ricordando quella che una volta chiamavano la musica jazz fusion… Aggiungo anche Still alla mia shortlist, in questo caso con Sewell che si cimenta con un’atmosfera più acustica, perfettamente integrata da Strickland.
In conclusione Sands ha creato un’opera che, partendo dalla frase ispirata nientedimeno che da Bruce Lee, “sii acqua amico mio”, ha un velato misticismo e un’armonia di suoni e strumenti che lasciano scorrere velocemente tutto il disco dall’inizio alla fine senza ostacoli, come l’acqua di un ruscello.