Pubblicato il Ottobre 23rd, 2020 | by Ed Pisani
0Brad Mehldau – Suite: April 2020 (2020)
1. I. waking up
2. II. stepping outside
3. III. keeping distance
4. IV. stopping, listening: hearing
5. V. remembering before all this
6. VI. uncertainty
7. VII. – the day moves by –
8. VIII. yearning
9. IX. waiting
10. X. in the kitchen
11. XI. family harmony
12. XII. lullaby
13. Don’t Let It Bring You Down
14. New York State of Mind
15. Look for the Silver Lining
Etichetta Nonesuch Records/CD
Durata 42’02”
Brad Mehldau (piano)
Confinato in Olanda con la famiglia nel bel mezzo della pandemia, nonostante i lockdown e l’ansia da contagio, il pianista Brad Mehldau è riuscito a trovare fonte di ispirazione per il suo lavoro, pubblicando un disco per solo pianoforte, dal titolo evocativo: SUITE: APRIL 2020. Come gli piace fare da sempre, si tratta di un mélange di improvvisazione classica e jazz di una bellezza assoluta, che ha origine dalla spontaneità dei sentimenti e nell’espressività melodica dell’artista.
In Keeping Distance, ad esempio, riesce a riprodurre l’esperienza di due persone in social distancing, utilizzando la mano destra e quella sinistra per rappresentarle, e dimostrando che per quanto esse siano separate in modo innaturale, restano comunque legate, connesse da qualcosa di forse inspiegabile ma di certo indispensabile. Sono quelli che Mehldau stesso chiama “momenti di rivelazione”, richiamati anche in Stopping, listening: hearing. SUITE: APRIL 2020 è peraltro influenzata enormemente anche dai gravi episodi di razzismo avvenuti negli Stati Uniti in questi mesi, che hanno spinto Mehldau a esprimersi pubblicamente a favore delle vittime del razzismo e a ritardare la pubblicazione del disco.
A conclusione dell’album, da notare alcuni brani popolari che Mehldau ha scelto per quello che per lui significano: un classico di Neil Young, Don’t Let It Bring You Down, che fa allusione direttamente al periodo difficile che stiamo attraversando a causa della pandemia in qualsiasi regione del mondo. Le parole di questo brano infondono coraggio e speranza: ‘Don’t let it bring you down/It’s only castles burning/Find someone who’s turning/And you will come around’. E poi c’è un tributo alla sua città adottiva, con New York State of Mind di Billy Joel, che gli permette anche di salutare i tanti amici che vivono nella Grande Mela e con cui per anni ha collaborato. Una percentuale dei ricavi delle vendite di questo progetto saranno devolute alla Jazz Foundation of America.