Pubblicato il Giugno 5th, 2018 | by DDG
0Bess of Bedlam – Folly tales (2018)
1. Brambles of Dourlens
2. The Poet
3. The Clown
4. Folly Stone
5. The Painter
6. Shake! Withces are Back
7. Dead Leaf
8. From Silent Shades
9. Weirdos
Etichetta: Another Record / La Société Secrète
Durata 33’ 48’’
Personnel
Fanny L’Héritier (vocals, guitar, piano) ● Guillaume Médioni (banjo, dobro, synth, other instruments, arrangements)
La voce dei lionesi Odessey & Oracle esordisce col proprio progetto solista parallelo a pochi mesi dall’ottimo SPECULATIO, con un nome d’arte folle: Bess of Bedlam è il richiamo a un antico manicomio londinese e all’evasa Bess già cantata nel seicento da Henry Purcell, in un’opera, citata tra i titoli del disco, che secondo la cantante francese è di pura psichedelia ante-litteram.
Nove canzoni brevi ed eteree, folk psichedelico giocato tra chitarre, tastiere e suoni anomali, con la stessa ispirazione dichiarata per le pagine più pastorali di SPECULATIO – Shirley Collins, Steeleye Span, The United States of America, The Free Design… – con il gusto per l’anomalia barrettiana che prevale sulle influenze classico-contemporanee: melodie lievi e apparentemente semplici, colori diafani e cambi di ritmo spiazzanti.
Rispetto al suono della band madre, l’uso dell’inglese e gli echi folk rendono FOLLY TALES accessibile già al primo ascolto: la vena di follia è dissimulata dentro canzoni quasi pop (The Clown, The Painter) e madrigali tradizionali (Shake! Witches are Back, la movimentata Folly Stone, il singolo Brambles of Dourlens), ed emerge negli strappi psichedelici e nelle parole dei brani più irregolari (il cupo frammento pianistico di DeadLeaf, che ricorda l’ultimo William Drake; le provocazioni di The Poet), lasciando però per lo più spazio a una grazia cristallina e a una personalità che non finisce di sorprendere, anche per la capacità di trovare sempre nuove forme per un’ispirazione così coerente e riconoscibile.