Pubblicato il Settembre 11th, 2016 | by Paolo Carnelli
0Arti e Mestieri – Universi paralleli (2015)
1. Alter Ego
2. Dune
3. Pacha Mama
4. L’ultimo Imperatore
5. Finisterre
6. Johann
7. Restare Immobile
8. Borea
9. Pandora
10. Linea d’Ombra
11. Comunicazione Primordiale
12. La Luce il Fondo al Tunnel
13. Nato (Bonus Track)
Etichetta Cramps / Sony /CD
Durata 56’24”
Furio Chirico (Drums, Percussion) ● Gigi Venegoni (Acoustic and Electric Guitars, Keyboards) ● Marco Roagna (Acoustic and Electric Guitars) ● Roberto Puggioni (Fretless Bass, Bass) ● Iano Nicolo (Vocals). Special guests: Piero Mortara (Accordion, Piano, Keyboards), Lautaro Acosta (Violin), Arturo Vitale (Soprano Sax), Mel Collins (Soprano Sax, Flute)
Tornano gli Arti & Mestieri, anche se a ben vedere, pur fra qualche pausa e tanti cambiamenti di line up, dal 1974 non se ne sono mai andati. Eppure con Universi Paralleli la band di Furio Chirico e Gigi Venegoni sembra improvvisamente cambiare marcia rispetto alle produzioni degli ultimi anni, in cui emergeva innegabilmente un po’ di stanchezza. A voler ben guardare, lo stesso slogan scelto per promuovere il nuovo album, definito nel comunicato stampa “il Tilt del ventunesimo secolo”, non rende giustizia a un lavoro che pur nella continuità ha il grande pregio di guardare avanti, mostrando sfumature musicali nuove ed intriganti. Dopo un’apertura solida e in pieno stile A&M, qualcosa accade in particolare nella seconda parte del disco, dove si sente di più la mano del nuovo tastierista e fisarmonicista Piero Mortara, già con Venegoni & co. Borea è caratterizzata dalla deliziosa performance di Mortara alla Dellapè Super Maestro Accordion, mentre Pandora ha un piglio gioioso sorprendentemente vicino alla PFM d’annata; fino alla conclusiva Nato, dove la presenza di Lino Vairetti alla voce contribuisce a gettare un ponte verso quel sapore mediterraneo (su una ritmica un po’ bossanova, si può dire?) che buca come il sole il paesaggio rigoroso e velatamente maliconico a cui gli Arti e Mestieri ci hanno abituato da sempre. Scintillante in tutto l’album l’apporto del giovane violinista Lautaro Acosta così come quello dell’istrionico cantante Iano Nicolò, sempre più essenziale per la nuova dimensione del gruppo volta a valorizzare maggiormente le liriche e le parti cantate (non a caso tutti i testi seguono un filo conduttore, proprio come un vero e proprio concept). Ciclopico Furio Chirico, con il suo caratteristico drumming “nervoso ma non nevrotico”, come ama definirlo lui stesso, che si concede anche un breve brano (Comunicazione primordiale) tutto per sé. Ciliegina sulla torta, la presenza in due brani del grande fiatista Mel Collins (King Crimson): il suo non è un semplice ruolo di contorno ma un contributo di eccezionale e limpida sostanza. In tutto questo entusiasmante e spumeggiante viaggiare e danzare di note, dispiace un po’ non vedere il nome di Beppe Crovella tra i credits. Scelta tecnica, ha spiegato Chirico, assicurando però che Beppe sarà presente come special guest in alcuni dei futuri concerti.