Pubblicato il Novembre 22nd, 2016 | by Roberto Paravani
0Anthony Phillips – Pezzi privati e pubblici insuccessi (1984 – 1994)
Nonostante le infruttuose attività discografiche e il lavoro di commento televisivo, Ant trova anche il modo di mettere in piedi uno spettacolo teatrale. il 22 marzo del 1984 debutta alla Leeds Playhoude Alice, musical ispirato dal romanzo di Lewis Carrol Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, seguito di Alice nel paese delle meraviglie, su musiche di Phillips e Richard Scott. Lo spettacolo non arriva a Londra e non ottiene quindi il successo sperato, mentre il commento musicale rimane inedito. Ant a questo punto lavora alacremente sulle colonne sonore televisive essendo ormai evidente come l’industria discografica che conta lo abbia messo da parte. Con questa attività che ormai lo impegna a tempo pieno, la discografia di Ant si appresta a ospitare una serie di opere minimali realizzate in solitario nel suo studio casalingo nei ritagli di tempo.
ANTHONY PHILLIPS – PRIVATE PARTS & PIECES IV: A CATCH AT THE TABLES (Passport, 1984) – Per Ant rimane aperto solo il canale americano tramite la piccola Passport, con cui nel 1984 pubblica Private parts & pieces IV: A Catch At The Tables, un’altra raccolta di registrazioni domestiche inedite risalenti al periodo 1979-82. Anche in questo caso, quasi tutti pezzi sono strumentali e quasi tutti sono suonati da solo. Ma ora, visti i temi affrontati in quegli anni, c’è una discreta presenza di sintetizzatori e strumenti elettronici.
ANTHONY PHILLIPS – PRIVATE PARTS & PIECES V: TWELVE (Passport, 1985) – Il successivo passo della serie è incentrato completamente, come il titolo lascia intendere, sulla chitarra acustica a 12 corde, uno strumento che Ant utilizza sin dai tempi dei Genesis e ormai padroneggia egregiamente: all’inizio del 1985 la solita Passport pubblica negli USA Private parts & pieces V: Twelve.
ANTHONY PHILLIPS – PRIVATE PARTS & PIECES VI: IVORY MOON (Passport, 1986) – Ant inizia la propria carriera come chitarrista ma, intorno al 1971, si impegna nello studio del pianoforte; nel 1986 viene pubblicato sempre negli USA il sesto capitolo della serie Private parts & pieces contenente riadattamenti per solo piano di brani composti tra il 1971 e il 1985.
ANTHONY PHILLIPS – PRIVATE PARTS & PIECES VII: SLOW WAVES SOFT STARS (Audion, 1987) – ancora un episodio della serie intimista, che in questo caso vede una insolita alternanza di brani totalmente elettronici e pezzi acustici per chitarra.
ANTHONY PHILLIPS & HARRY WILLIAMSON – TARKA (PRT, 1988) – Il vertice artistico nella carriera di Ant, nonostante la sua gestazione sia particolarmente tortuosa. Ant infatti inizia a lavorare all’album addirittura nel lontano 1975. L’ispirazione arriva da Tarka la lontra, uno struggente racconto di Henry Williamson pubblicato nel 1927, che narra della nascita, della vita e della tragica morte della lontra Tarka. Insieme a Harry Williamson, musicista e figlio dell’autore del romanzo, Ant compone la musica strumentale ispirata al racconto, nel totale disinteresse delle case discografiche. Perlomeno fino al momento in cui si inizia a produrre un film tratto dal racconto stesso. I due pensano, giustamente, che il loro commento sonoro possa essere l’ideale per un lavoro del genere e spediscono i demo alla produzione, che però incredibilmente li scarta. Altrettanto incredibilmente, le musiche composte sembrano interessare la produzione di un altro film. Ad Ant ed Harry vengono dati fondi per continuare il lavoro di orchestrazione e per poter scritturare una orchestra di ben 88 elementi. Svanisce anche in questo caso l’interesse per far di quelle musiche una colonna sonora, ma il progetto va avanti finanziato dal produttore Simon Heyworth e dal manager di Ant, Tony Smith, fino ad arrestarsi ancora nel disinteresse totale delle compagnie discografiche. Di nuovo, nel 1987 Heyworth propone i nastri ad una compagnia di produzione cinematografica che pensa di utilizzarli come commento sonoro al film The dragon under the hill. Vengono così reperiti i fondi per terminare il lavoro. Ma ovviamente il film non vedrà mai la luce! L’album viene pubblicato sul finire del 1988 su etichetta PRT e non ha successo; ma contiene molti momenti di disperata bellezza e dimostra una volta per tutte l’abilità innata e l’attitudine naturale alla orchestrazione dell’autore. Le musiche sono evocative e riescono, pur senza il supporto delle immagini, a far intuire, quasi immaginare a chi ascolta tutte le fasi della vita del piccolo mammifero: la nascita, la vita e le lotte per la sopravvivere sino al drammatico e tragico finale.
ANTHONY PHILLIPS – MISSING LINKS VOLUME 1: FINGER PAINTING (Occasional, 1989) – Nel 1989 Ant approda all’autoproduzione confezionando una cassetta che raccoglie una selezione di musiche strumentali e descrittive registrate tra il 1979 e il 1989 per la televisione, la pubblicità e le library. La library music, una delle principali fonti di reddito di Ant, è musica composta e pubblicata per commenti sonori generici legati a situazioni o emozioni ed utilizzate con gran risparmio economico, da produttori e registi di programmi televisivi, in genere documentari, che non si possono permettere di assoldare un musicista per la realizzazione di un commento sonoro su misura. Nasce così Missing links volume 1: Finger painting una raccolta di creazioni puramente descrittive che, come vedremo, avrà ulteriori capitoli.
ANTHONY PHILLIPS – SLOW DANCE (Virgin, 1990) – Sempre sul finire degli anni ottanta Phillips riesce ad ottenere un contratto con la Virgin, che provvedere immediatamente a rimasterizzare i suoi lavori e a pubblicarli in formato CD. Ant pensa quindi ad una produzione impegnativa, molto differente dai numerosi progetti semplici ed economici registrati in casa. Trova i soldi per ingaggiare una sezione di archi e partorisce un ennesimo capolavoro, completamente strumentale, a metà strada tra l’elettronica di 1984 e le orchestrazioni sinfoniche di Tarka. Slow dance esce nel 1990 con la produzione di Phillips e Simon Heyworth, e comprende 50 minuti di musica magniloquente e sognante, tra le cose più amate dai fedeli e dallo stesso musicista: “Pur essendo imperfetto, possiede un sacco di sentimento e di energia e sembra toccare persone con background molto diversi” dice Ant.
ANTHONY PHILLIPS – PRIVATE PARTS AND PIECES VIII: NEW ENGLAND (Virgin, 1992) – Il nuovo contratto con la Virgin consente di ottenere anche un piccolo anticipo per le spese di produzione del successivo lavoro della serie Private parts and pieces. Questa volta l’artista ingelse scrive tutto il materiale da zero e si prende parecchio tempo per la sua realizzazione. Con l’anticipo riesce a scritturare alcuni collaboratori tra i quali spiccano i nomi del percussionista Joji Hirota e dell’amico sassofonista e clarinettista Martin Robertson, che collabora anche alla composizione di ben cinque pezzi. Nasce così Private parts and pieces VIII: New England, che esce nell’agosto del 1992 ed è conosciuto come uno degli episodi più riusciti della serie. Dopo questo lavoro, la sorte per l’ennesima volta gira la spalle ad Ant: la Virgin viene rilevata dal colosso EMI, che per prima cosa decide di far saltare i contratti con gli artisti meno remunerativi, tra cui ovviamente Phillips.
ANTHONY PHILLIPS – SAIL THE WORLD (Resurgence, 1994) – Fallito anche il tentativo di riemergere tramite la Virgin, ad Ant non rimane che continuare a lavorare per la televisione. Tra le tante cose prodotte in questo ambito, compone il commento sonoro per un programma televisivo molto seguito che documenta una gara velica che dura per ben 36 settimane, la Whitbread Round the World Race 1993-1994. Le musiche, molto ritmate e in alcuni casi quasi aggressive, puro commento ad una competizione, assolvono pienamente il compito ma forse non meriterebbero una pubblicazione su disco. Ant però è ben conscio del successo del programma e tenta di allargare la cerchia, esigua, dei sui fan pubblicando nel 1994 Sail the world, ben sapendo però di deluderne alcuni tra i più fedeli.
ANTHONY PHILLIPS – MISSING LINKS VOLUME 2: THE SKY ROAD (Brainworks, 1994) – Sempre nel 1994 viene pubblicato il secondo volume della serie Missing links; questa volta ha come titolo The sky road e ha un eloquente sottotitolo: A collection of archive, commission and unreleased album material. A differenza del primo volume che conteneva solo musica library e per la televisione, in questo secondo capitolo compaiono anche brani inediti giacenti da anni in qualche cassetto, alcuni addirittura dai primi anni ‘70. Con questi due lavori del 1994, anche se solo per la distribuzione, inizia a collaborare con una piccola ma agguerrita etichetta, la Voiceprint, che accompagnerà per anni Ant e risulterà essere il miglior ambiente di lavoro possibile: “Ritengo che sia una fortuna stare ora con una etichetta piccola ed indipendente, perché mi da la possibilità di far uscire molte cose diverse. Forse non avrò tanta pubblicità, ma anche la Virgin non ne faceva molta. Ora comunque dispongo di una grande libertà e di una buona distribuzione”.
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