Pubblicato il Ottobre 13th, 2019 | by Ed Pisani
0ALBERT LEE – Amsterdam, Q-Factory – 4/10/2019
Who remembers Albert Lee “The ultimate virtuoso” (Eric Clapton)?
Lo chiedo per pura formalità in particolare ai meno addentro alla storia del rock’n’roll (quello dei 50’s e dei 60’s). Non credo che lo si possa considerare una rockstar – ma certamente è uno che grazie alla sua chitarra leggendaria ha contribuito a far brillare le rockstar, ed è stato molto apprezzato dai grandi artisti. Elvis lo corteggiava. I Crickets di Buddy Holly lo cooptarono ancora giovane (purtroppo subito dopo la scomparsa del genio che avevano accompagnato), gli Everly Brothers, e poi la passione per il country rock e la collaborazione con Emmylou Harris, tra gli altri. Essendo britannico, non poteva non essere notato da Eric Clapton, Dave Edmunds e Ritchie Blackmore, e la lista può continuare. Vederlo in concerto ad Amsterdam all’età di 75 anni suonare il rock’n’roll, quello verace, sulla sua Ernie Ball Music Man signature rossa fiammante, con una pulizia di suono ed una velocità nelle dita ancora stupefacente, è un privilegio riservato a pochi… e il tour mondiale prosegue a gonfie vele, dall’Australia alla California.
Aggiungo il vantaggio di essermi trovato con il mio amico Stefano che ha seguito Albert Lee per decenni e mi ha raccontato tante storie e retroscena che hanno arricchito il personaggio!
Albert Lee ha scritto delle canzoni country di discreto successo, Highwayman e Country Boy, e le ha riproposte in concerto con passione e sincero amore per la musica: poi il rock’n’roll lo scatena suonando Rock Around With Ollie Vee, Tear it Up, Well Alright… mi limito a queste e lancio a tutti la proposta di dedicare un pomeriggio a ripercorrere il percorso musicale che ha fatto diventare grande il nostro Albert, ma soprattutto che ha permesso al rock’n’roll di diventare il rock’n’roll che amiamo. Long Live Albert!