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Pubblicato il Settembre 6th, 2016 | by Paolo Formichetti

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Marchesi Scamorza – La Sposa del Tempo (2012)

Tracklist
1. Intro
2. Sentieri Di Carta
3. Lo Schiavo Di Babilonia
4. L’Uomo Dall’Ombra Lunga
5. Un Passo Ogni Parola
6. Quelle Volte
7. Il Castello Delle Stagioni
8. Nelle Notti Più Lontane
9. Autunno

Etichetta Flow Double H Records

Durata 49’01”

Personell
Enrico Bernardini (vocals, acoustic guitar) ● Lorenzo Romani (electric and acoustic guitars, backing vocals) ● Paolo Brini (bass) ● Alessandro Padovano (drums) ● Enrico Cazzola (keyboards)

I Marchesi Scamorza, giovane quintetto ferrarese, si pongono, a partire dal nome, nel solco della più pura tradizione del progressive tricolore che pur di nomi strani (ma decisamente meno ironici) ne annovera un lunghissimo elenco. I richiami a quella gloriosa stagione musicale proseguono con un’evocativa copertina pregna di riferimenti iconografici alle tematiche dei vari brani, che fa immediatamente venire in mente i paesaggi onirici dipinti da Giorgio De Chirico o Salvador Dalì (peccato che il resto del libretto sia a dir poco scarno e privo dei testi). Anche dal punto di vista compositivo ed esecutivo, i richiami ai “padri” del progressive italiano sono ben evidenti: dal punto di vista musicale, infatti, il gruppo si rifà ai classici PFM e Banco ma anche a band che hanno contaminato il prog con venature più hard, come il Biglietto per l’Inferno. I brani non sono troppo lunghi (manca fortunatamente la mega suite che ormai sembra quasi una sorta di “obbligo morale” in qualsiasi cd afferente al genere) e sono ben arrangiati e ricchi di belle melodie vocali alternate a stacchi strumentali elettro-acustici e assoli di buona fattura, il tutto caratterizzato da sonorità vintage ma non troppo. I testi, come nella stragrande maggioranza delle band anni ’70, sono in italiano e piuttosto ben scritti, anche se lontani dai capolavori del genere ma anche da quanto realizzato, più di recente, da band come il Bacio della Medusa, con i quali i Marchesi Scamorza hanno più di una affinità e condividono le medesime fonti di ispirazione. Nota positiva, infine, per la prova vocale del cantante Enrico Bernardini, il cui timbro ben si sposa con le sonorità dei brani. In definitiva un esordio più che buono per una band che si spera possa fare ancora parlare di sé in futuro.

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