Pubblicato il Marzo 6th, 2022 | by Paolo Formichetti
0Fates Warning – Long Day Good Night (2020)
1. The Destination Onward
2. Shuttered World
3. Alone We Walk
4. Now Comes the Rain
5. The Way Home
6. Under the Sun
7. Scars
8. Begin Again
9. When Snow Falls
10. Liar
11. Glass Houses
12. The Longest Shadow of the Day
13. The Last Song
Etichetta: Metal Blade/CD
Durata: 72’23”
Ray Alder (vocals) ● Jim Matheos (guitar) ● Joey Vera (bass) ● Bobby Jarzombek (drums)
I Fates Warning non hanno certo bisogno di presentazioni in quanto sono uno dei primi gruppi ad aver unito le complesse strutture del progressive con le distorsioni e i virtuosismi del metal. Come se non bastasse, sono anche una delle migliori band dal punto di vista della qualità artistica in ambito prog-metal, basti pensare che sono considerati dai Dream Theater una delle loro principali fonti di ispirazione. Non appagati dopo una carriera iniziata nel lontano 1984, i Fates Warning, dopo due album realizzati con la Inside Out, fanno ritorno all’ovile della Metal Blade, loro storica etichetta discografica, per la quale viene pubblicato LONG DAY GOOD NIGHT, tredicesimo lavoro in studio.
Una cover cupa ed evocativa racchiude tredici tracce registrate, è bene ricordarlo, in piena pandemia, nelle difficili condizioni del lock down e con i musicisti sparsi negli USA e il cantante Ray Alder addirittura residente in Spagna. Analogamente al lavoro precedente, alcuni brani colpiscono immediatamente, tanto che potrebbero entrare in una ipotetica hit parade metal, mentre altri richiedono più di un ascolto per essere apprezzati pienamente.
Alla prima categoria appartengono perle come Now Comes The Rain, caratterizzata da un meraviglioso connubio tra linee vocali decisamente catchy e strutture musicali complesse e stratificate, o Under the Sun, ingentilita dall’aggiunta della chitarra acustica e caratterizzata da un ritornello difficile da scordare. Graziosa anche la breve ballad The Last Song sulla quale Alder dà prova della sua duttilità vocale dimostrando di saper essere carezzevole e delicato quando i toni si abbassano e non serve mostrare un’ugola da screamer. Se Alone We Walk si addentra in territori di maggiore complessità, grazie anche al tempo in 7/8, The Way Home è un pezzo a due facce che, dopo un inizio da ballad sofisticata mostra successivamente un contrastante prosieguo tipicamente prog-metal. La lunga The Longest Shadow Of The Day è invece il classico brano in cui i Fates Warning possono dare libero sfogo alla loro vena creativa: ai tipici ingredienti del genere (cambi di tempo, lunghe parti strumentali) vengono aggiunte spezie inusuali come un basso fretless e accenni di jazz a creare qualcosa di non scontato. Da segnalare infine in qualità di ospite la presenza di Gavin Harrison (batterista di Porcupine Tree, King Crimson e Pineapple Thief) nel brano più inusuale del disco, When Snow Falls, dove il delay applicato alle chitarre e un pizzico di elettronica contribuiscono a rendere il tutto decisamente ipnotico, trascinandoci in territori già battuti dagli O.S.I. (altra creatura musicale dell’eclettico Jim Matheos).
Concludendo, sembra incredibile che i Fates Warning arrivino alle soglie del trentottesimo anno di carriera mostrando un simile invidiabile stato di forma e un’immutata capacità di scrivere grandi pezzi, in cui perfezione tecnica e feeling sono così perfettamente amalgamati.