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Pubblicato il Luglio 8th, 2021 | by Lorenzo Barbagli

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Vince DiCola – Only Time Will Tell (2021)

Tracklist
1.Bound & Gagged
2.Karla
3.Miracles
4.Just Hanging On
5.She’s My Last Mistake
6.You’re Not Alone Tonight
7.Stay/Exit Wound
8.Only Time Will Tell
9.Broken Glass
10.Living in a Daydream
11.No Risk, No Glory
12.I’m Not in Love for Nothing
13.Suffer the Children

Etichetta Escape Music/CD

Durata 63’56”

Personell

Vince DiCola (keyboards, piano, programming, vocals) ● Scott Shelly (guitar on 5, 6, 8, 9, 12) ● Doanne Perry (drums on 8, 9, 10) ● Matt Laug (drums on 11) ● George Perilli (drums on 5, 6) ● Kenny Meriedeth (guitar on 1, 13) ● Curt Schneider (bass on 11) ● Casey Young (additional synth programming) ● Bobby Kimball (vocals on 7) ● Jason Scheff (vocals on 3) ● Steve Walsh (vocals on 8, 9, 13) ● Stan Bush (vocals on 5) ● Mark Boals (guitar, bass, vocals on 10) ● Rick Livingstone (vocals on 1) ● Bob Reynolds (vocals on 11) ● Ellis Hall (bass, guitar, vocals on 2, 4) ● Roger Voudouris (vocals on 2, 6)

Per chi non è cresciuto negli anni ’80, e non solo, probabilmente il nome di Vince DiCola risulterà nuovo. La causa della sua elusività dipende dal fatto di essere stato legato, più che al mondo delle rock band, a quello della cultura pop di quel decennio, lavorando principalmente a colonne sonore di successo come Rocky IV, Staying Alive e Transformers: The Movie. Pur avendo quindi operato in un ambito musicale non prettamente rock, le sue tastiere hanno comunque contribuito a forgiare quel sound a cavallo tra prog, AOR e pomp rock tipico degli anni ’80, grazie soprattutto a pezzi immortali come Training Montage e Hearts on Fire. Nel suo percorso creativo DiCola ha anche avuto modo negli anni ’90 di far parte degli Storming Heaven, con Rick Livingstone e Doanne Perry dei Jethro Tull, che poi si sono evoluti nei Thread con l’arrivo di Ellis Hall dei Tower of Power alla voce al posto di Livingstone.

Durante gli ultimi anni DiCola ha collaborato con molti altri artisti, registrando e producendo demo per svariati progetti. Il suo nuovo album ONLY TIME WILL TELL cerca proprio di mettere ordine tra le sue canzoni e raccoglierle insieme in una versione definitiva, con l’apporto di molti cantanti ospiti tra cui spiccano Steve Walsh (Kansas), Jason Scheff (Chicago) Bobby Kimball (Toto). Anche se le tracce dell’album hanno per lo più un’impostazione AOR, nel solismo tastieristico di DiCola emergono tutte le sue dichiarate influenze prog, che vanno da Keith Emerson ai Genesis fino agli Yes (e in questa sede non mancano richiami al periodo pop prog con Trevor Rabin, specie su Living in a Daydream). Ascoltare ONLY TIME WILL TELL equivale a fare un tuffo nel passato, capace di regalarci quel gusto pianistico fluido alla Bruce Hornsby (Karla) o le ballad alla Chicago e REO Speedwagon (Miracles e You’re Not Alone Tonight). Non si può neanche affermare che ONLY TIME WILL TELL sia un album fuori dal suo tempo, visto l’attuale ritorno di interesse verso l’estetica degli anni ’80.

Ovviamente i fan dei Kansas non potranno che rimanere soddisfatti degli interventi di Walsh, il quale con la sua partecipazione sottolinea ancora di più la somiglianza stilistica con il suo ex gruppo su Broken Glass e la title-track. Raccogliendo una collezione di brani scritti nell’arco di diversi anni, ONLY TIME WILL TELL ha il pregio di far emergere tutti gli aspetti della scrittura di DiCola, cimentandosi in modo alterno in ouverture da soundtrack, power ballad da romanticismo barocco (She’s My Last Mistake, No Risk, No Glory) e arrangiamenti da suite prog (Suffer the Children). Di sicuro, anche se DiCola è rimasto per tutta la propria carriera un autore di nicchia, la sua competenza e autorevolezza nella metodologia compositiva non sono stati da meno rispetto ad altri tastieristi prog. Una lacuna che, con questo riassunto di carriera che rappresenta ONLY TIME WILL TELL, si spera possa essere colmata e, almeno in parte, gli regali visibilità presso un pubblico più vasto.

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