Pubblicato il Settembre 6th, 2016 | by Lorenzo Barbagli
0Yugen – Mirrors (2012)
1. On The Brink
2. Brachilongia
3. Catacresi
4. La Mosca Stregata
5. Overmurmur
6. Industry
7. Cloudscape
8. Ice
9. Becchime
10. Corale Metallurgico
Etichetta AltrOck Productions/CD
Durata 59’37”
Francesco Zago (guitar) ● Matteo Lorito (bass) ● Paolo “Ske” Botta (electric piano, organ, synth) ● Maurizio Fasoli (piano) ● Michele Salgarello (drums) ● Jacopo Costa (vibes, marimba) ● Valerio Cipollone (clarinets, soprano sax)
Per chi conosce gli Yugen, Mirrors – registrato nel settembre 2011 al RIO festival di Carmaux in Francia – ancor prima di ascoltarlo, fa nascere la curiosità di come questo settetto abbia ovviato al problema di trasporre dal vivo musiche e sonorità così elaborate con arrangiamenti funzionali, affinché non vada perduto quell’amalgama di rara precisione e razionalità presente in studio. Inaspettatamente, la dimensione live di Mirrors aggiunge al repertorio Yugen un forte accento rock verso sonorità coinvolgenti (sorpresa!), grintose e allo stesso tempo spigolose. Un doppio miracolo dato che le composizioni del chitarrista Francesco Zago, come detto, non sono sicuramente semplici da riproporre dal vivo. Le dieci tracce sono tratte da Labirinto d’Acqua (2006) e Iridule (2010) con l’aggiunta di una magnifica cover di Industry dei tardi Henry Cow di Western Culture. Infine le note del booklet sono state scritte dal giornalista inglese Sid Smith, che definisce la performance “una cavalcata vertiginosa di continui cambiamenti ritmici, armonie affascinanti e sconcertanti, melodie inconfondibili che riescono a toccare nel profondo l’ascoltatore”. Quello che succede è questo: si inserisce il CD nel lettore, si preme play e….Boom! Veniamo spazzati via dalla potenza con la quale il gruppo va all’assalto di Brachiologia, con un impasto magistrale di chitarra elettrica, tastiere, sax e vibrafono. Su Catacresi si assaporano pulsazioni crimsoniane, passaggi electro-fusion che ricordano i francesi Priam e paesaggi sonori da frippertronics. Overmurmur è anch’essa oltremodo sperimentale e dura, preparando il terreno per una lucida versione di Industry. Cloudscape è il pezzo più accessibile scritto dagli Yugen e anche in questa resa dal vivo non perde un briciolo della sua suggestione. Dopo questa “pausa” si ritorna nei reami dell’avant rock più spinto con i due pezzi conclusivi: Becchime e Corale Metallurgico, che, nonostante la loro natura razionale e imprevedibilmente folle, suonano più vive che mai. I loro stilemi trascendono i canoni del rock d’avanguardia e assumono contorni da estetica classica, proprio come succede nella musica degli Änglagård, seppur con uno stile molto differente.