Pubblicato il Gennaio 4th, 2021 | by Paolo Formichetti
0Wobbler – Dwellers Of The Deep (2020)
1. By The Banks
2. Five Rooms
3. Naiad Dreams
4. Merry Macabre
Etichetta Karisma Records
Durata 45’46”
Lars Fredrik Frøislie (keyboards) ● Martin Nordrum Kneppen (drums) ● Marius Halleland (guitars) ● Kristian Karl Hultgren (bass) ● Andreas Wettergreen Strømman (vocals)
I Wobbler giungono al traguardo del quinto album in circa 15 anni di attività e lo fanno mantenendo l’abituale alto livello qualitativo. Il progressive della band norvegese è sicuramente legato agli intramontabili classici inglesi (Yes su tutti) ma anche ampiamente contaminato dal sound folk-prog scandinavo. Le composizioni sono dominate dal vastissimo parco di tastiere vintage di Lars Fredrik Frøislie, anche se gli arrangiamenti vedono complesse interazioni di tutti gli strumenti a formare una musica intricata eppure in qualche modo anche piuttosto fruibile. I brani alternano energiche divagazioni strumentali, una sorta di caos musicale organizzato, a interludi riflessivi fatti di delicate pennellate, inserendo su tutto parti cantate in inglese orecchiabili e ben congegnate.
Il disco, caratterizzato da una copertina molto bella e decisamente evocativa di gelide atmosfere nordiche, contiene solamente quattro brani per una durata complessiva simile a quella dei vecchi dischi in vinile. By The Banks apre alla grande il lavoro con linee vocali alla Yes che si alternano a parti strumentali degne di HYBRIS degli Anglagard per oltre 13 minuti di grande musica, mentre la successiva Five Rooms è un’altra entusiasmante cavalcata prog tipicamente yessiana. Naiad Dreams è una breve ballad caratterizzata da mellotron e chitarra acustica che fa da appetizer prima del piatto forte costituito dalla lunga Merry Macabre, che rappresenta l’apice qualitativo del disco: in quasi 19 minuti, le idee musicali si susseguono e si rincorrono incessantemente. L’inizio è ancora una volta yessiano, solare, ma nel prosieguo del brano gli ingredienti si fanno sempre più numerosi grazie a romantiche aperture di pianoforte, escursioni psichedeliche, tocchi di jazz, invenzioni musicali a non finire. Decisamente il modo migliore per chiudere alla grande un classico disco di rock progressivo.