Pubblicato il Settembre 5th, 2016 | by Paolo Carnelli
0ReaGente 6 – Live! (2014)
1. Piattabanda
2. Almuncantarat
3. Puddinga
4. Dunk Tank
5. Metamorfosi
6. Black Swan’s Dance
7. La via del colle
8. Halal
Etichetta Nubian Sundance Factory/CD
Durata 79’47”
Fabio Di Biagio (keyboards) ● Esharef Ali Mhagag (vox) ● Giacomo Anselmi (guitar) ● Marwan Samer (vox & oud) ● Mario Mazzenga (bass) ● Ivano Indralal Fortuna (percussion) ● Daniele Chiantese (drums). Special guests: Amit Chatterjee (vox & guitar on tracks 2 – 8), David Jackson (saxes & flutes on tracks 3 – 8)
A volte il nome di una band, più che un semplice marchio, vuole essere una vera e propria manifestazione di intenti. E’ stato così per il glorioso Syndicate di Joe Zawinul, a testimonianza del desiderio del tastierista austriaco di accogliere e unire suggestioni e atmosfere provenienti da territori differenti, sia a livello geografico che musicale; è così anche per il ReaGente 6 del tastierista romano Fabio Di Biagio, dove la metafora chimica riflette esattamente lo spirito del progetto. Nata alla fine del 2011, questa originale ensemble multietnica racchiude al suo interno elementi di nazionalità diversa (italiana, inglese, indiana, libica e tunisina) accogliendo la loro visione musicale e riuscendo a proiettarla su un pentagramma che diventa vero e proprio crocevia di suoni, stili e colori. Nelle otto tracce contenute in questo Live!, ritroviamo infatti quella stessa idea di ethno – jazz tanto cara a Zawinul, sintesi ideale tra il jazz rock e la world music. Una sintesi che vede convivere oud e chitarra elettrica, percussioni e batteria, cantato e vocalizzi, con i synth di Di Biagio e il groove della potente sezione ritmica a farla da padrone. Non è un caso che a condividere la rotta del ReaGente 6 ci sia anche un musicista che ha militato per ben undici anni con il Sydincate zawinuliano, ovvero lo straordinario chitarrista e cantante indiano Amit Chatterjee, mentre è forse più sorprendente, ma non meno preziosa, la presenza in sei degli otto brani del fiatista inglese David Jackson (Van der Graaf Generator): cresciuto con il culto di Coltrane e Shorter, David ha finalmente la possibilità di confrontarsi con il contesto musicale a cui è da sempre più legato, portando all’interno del gruppo tutta la sua fantasia e il suo entusiasmo. Se aggiungiamo che la qualità della registrazione è nitida e brillante, e che trattandosi di un live il coinvolgimento e la gioia dei musicisti nel prendere parte a questa sorta di viaggio musicale arriva intatta direttamente dal palco alle orecchie dell’ascoltatore, possiamo tranquillamente affermare che la “reazione” è perfettamente riuscita.