Pubblicato il Settembre 5th, 2016 | by Lorenzo Barbagli
0Outrun the Sunlight – Terrapin (2014)
1. Laughing With Such Abandon
2. Where Every Word Spoken, Speaks
3. And Every Glance Given Has Only One Meaning
4. Spirit
5. Stars in the Ocean
6. The Pace of Glaciers
7. Diminishment
8. Permanence
9. Achievement
Etichetta Rogue Records America/CD
Durata 47’05”
Austin Peters (Guitar) ● Cody McCarty (Guitar) ● Connor Grant (Bass) ● Pedro Villegas (Drums)
Per chi odia le catalogazioni, il cosiddetto djent deve essere una bestia nera. Innanzi tutto: esiste il djent o è solamente un sottogenere di un sottogenere (il prog metal)? E, se esiste, è già morto da un pezzo o è vivo e lotta insieme a noi? Per molti, il fatto che esso si possa distinguere dal prog metal grazie a peculiari toni bassi di chitarra e ad un tecnicismo quasi esasperato, non rappresenta un requisito sufficiente per considerarlo un vero e proprio genere a sé. Fatto sta che, dopo l’avvento di Meshuggah e Animals As Leaders, sempre più band fanno uso di tale termine per dare un’idea immediata di ciò che producono e gli Outrun the Sunlight non fanno eccezione. Nati nel 2011 dall’unione dei due chitarristi Austin Peters e Cody McCarty, nel 2013 si sono stabilizzati come quartetto strumentale e Terrapin è il primo album ad essere realizzato con tale formazione. Come altri colleghi che si stanno facendo un nome su questa scena tipo Cloudkicker e Scale the Summit, gli Outrun the Sunlight sono specializzati in complesse musiche non statiche, ma strutturate e dinamiche. Il pregio di Terrapin è, infatti, la varietà di spezie sonore che il gruppo sa amalgamare oltre al metal, mescolandoci dentro anche ambient, post rock e psichedelia. Il brano di punta, l’avventurosa The Pace of Glaciers, è proprio un percorso attraverso le estremità sonore che possono produrre tali generi, muovendo da eterei passaggi spaziali a raffiche metalliche. In questo gli Outrun the Sunlight sembrano dei novelli Canvas Solaris, ottimi creatori di prog metal cosmico intricato ed evocativo che punta a non far trasparire freddezza e metodo, ma cercando di andare oltre la cerebralità.