Pubblicato il Marzo 24th, 2019 | by Roberto Paravani
0VV.AA. – Joni 75 (2019)
1. Los Lobos With La Marisoul, Xochi Flores, Cesar Castro – Dreamland
2. Chaka Khan – Help Me
3. Diana Krall – Amelia
4. Rufus Wainwright – All I Want
5. Glen Hansard – Coyote
6. James Taylor – River
7. Seal – Both Sides Now
8. Graham Nash – Our House
9. Kris Kristofferson & Brandi Carlile – A Case Of You
10. Brandi Carlile – Down To You
11. Rufus Wainwright – Blue
12. Norah Jones – Court And Spark
13. Los Lobos With La Marisoul, Xochi Flores, Cesar Castro – Nothing Can Be Done
14. Emmylou Harris – The Magdalene Laundries
15. James Taylor – Woodstock
16. La Marisoul, James Taylor, Chaka Khan & Brandi Carlile – Big Yellow Taxi
Etichetta Decca Records/CD
Durata 75’41”
Il 6 e il 7 novembre del 2018 una eterogenea truppa di musicisti si è ritrovata presso il Music Center di Los Angeles per festeggiare il 75mo compleanno di Joni Mitchell e per suonare dal vivo le sue fantastiche canzoni. Amici come Graham Nash e James Taylor e ammiratori più o meno dichiarati come Brandi Carlile e Norah Jones, si sono alternati per rendere omaggio alla più grande cantautrice della storia che per l’occasione ha interrotto l’eremitaggio iniziato nel marzo del 2015 in seguito ad un aneurisma cerebrale, presenziando fisicamente all’evento ma solo in veste di spettatrice. L’otto marzo (un caso?) del 2019 è uscito questo CD dal vivo contenente un corposo resoconto della festa.
L’inizio è bruciante: una sorprendente versione di Dreamland in salsa chicana con tanto di sconfinamento ne La Bamba e ritorno, cantata da La Marisoul con il supporto dei Los Lobos e con Chaka Khan al controcanto. E poi di seguito tutti gli altri: giovani (bravi tutti), anziani, famosi o quasi sconosciuti. Rufus Wainwright sbalordisce per la leggerezza con cui risolve All I Want, Glen Hansard letteralmente aggredisce Coyote. Tutti sono protesi verso la personalizzazione del pezzo, piuttosto che verso la copia fotostatica. Certo, direte, con quel repertorio è facile fare bella figura ma, nonostante ciò non tutto riesce alla perfezione; se ad esempio Seal commuove con una malinconica Both Sides Now, una pur encomiabile Diana Krall non riesce a fare altrettanto con Amelia, senza contare che in questo caso come in altri, il confronto tra le voci è impietoso.
Poi, come detto ci sono gli amici, i coetanei, i vecchietti. L’ultra ottantenne Kristofferson vacilla paurosamente, forse per l’emozione o più probabilmente per l’età, ma in suo soccorso sbuca dal nulla la giovane Brandi Carlile, una voce paurosamente viva e simile a quella della giovane Mitchell. James Taylor – artista irrimediabilmente indigesto al sottoscritto – sbriga la pratica con il suo tipico aplomb. E poi c’è Nash. Voce stanca e piano minimale, è l’unico a proporre una canzone propria e non della signora. Con l’aiuto del pubblico, canta della piccola casa nel Laurel Canyon con due gatti nel giardino. E, indipendentemente dalla riuscita dell’interpretazione, le sue parole emozionano. E chissà cosa avrà provato Joni in platea, nel riascoltare quel resoconto intimo di vita domestica di cinquanta anni prima, i cui i due protagonisti erano giovani, innamorati, belli, ricchi di talento e avevano dinanzi un futuro radioso. Un futuro ormai, ahinoi, scivolato alle loro e nostre spalle.