Pubblicato il Dicembre 19th, 2018 | by Antonio De Sarno
0The Tangent – Proxy (2018)
1. Proxy
2. The Melting Andalusian Sky
3. A Case Of Misplaced Optimism
4. The Adulthood Lie
5. Supper’s Off
6. Excerpts from “Exo-Oceans”
Etichetta Inside Out Music/CD
Durata 67’35”
Andy Tillison (vocals, Hammond, piano, synth) ● Luke Machin (acoustic & electric guitars) ● Theo Travis (tenor & soprano saxes, flute & alto flute) ● Jonas Reingold (bass, Taurus pedals) ● Steve Roberts (drums) ● Göran Edman (backing vocals)
Un disco, si sa, tira l’altro. Dopo la stranissima tournée a nome Tangekanic e relativo live, il gruppo di Andy Tillison si rimette in gioco facendo l’impensabile: progredire con il progressive. Questo nuovo PROXY, appena un anno dopo il politico SLOW RUST OF FORGOTTEN MACHINERY, comincia, tuttavia, in classico stile Tangent, con la lunga (oltre 16 minuti) title track e lo strumentale The Melting Andalusian Skies che ci fanno ricordare l’estrema perizia musicale di Luke Machin, perfettamente a suo agio nelle mille situazioni descritte dalla musica, prima di prendere una direzione bizzarra ai confini dei generi musicali a noi conosciuti.
Proxy accede immediatamente nell’olimpo delle migliori composizioni prog del gruppo e l’hammond di Andy sembra provenire direttamente dai dischi degli Egg o National Health, tanta è l’affinità stilistica con il migliore Canterbury. La cura maniacale nei dettagli è un marchio di fabbrica da sempre. D’altronde, un gruppo che ha al suo interno due mostri di bravura come Jonas Reingold e Theo Travis non può che avere basi solidissime. Anche per questo motivo la voce aspra di Andy risulta, almeno alle mie orecchie, ancora più apprezzabile e vera, trasportandoci dentro ai suoi pensieri che, ancora una volta, sono molto, ma molto, eloquenti.
A Case of Misplaced Optimism, una strana miscela di Canterbury, elettronica e un pizzico di funky sembra un lungo preambolo per arrivare a quello che è il pezzo chiave del disco, The Adulthood Lie, lungo brano movimentato che mescola davvero l’impensabile (esattamente come Tillison faceva ai tempi dei Parallel or Ninety Degrees). Una cavalcata che sfuma con la ripetizione della perentoria frase “c’è ancora tempo” sopra un bellissimo fraseggio chitarristico di Luke Machin e ritmi drum’n’bass. L’album si chiude qui, ma c’è spazio ancora per due bonus tracks: Supper’s Off, vecchia outtake ormai fuori catalogo, e un estratto da Exo-Oceans, un disco solista di Andy in collaborazione con Matt Stevens. Insomma, se avete apprezzato la produzione dei Tangent degli ultimi 15 anni, questo disco è, inevitabilmente, imperdibile.