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Pubblicato il Settembre 19th, 2018 | by Paolo Carnelli

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Peter Hammill – From The Trees (2017)

Tracklist
1. My Unintended
2. Reputation
3. Charm Alone
4. What Lies Ahead
5. Anagnorisis
6. Torpor
7. Milked
8. Girl To The North Country
9. On Deaf Ears
10. The Descent

Etichetta FIE/CD

Durata 42’45”

Personell
Peter Hammill (All instruments and vocals)

Time Heals. Il tempo aiuta a rimarginare le ferite, cantava Hammill nel 1977. E fortunatamente col tempo tante cose possono cambiare. Può accadere ad esempio che un artista colpevolmente ignorato e trascurato per gran parte della sua carriera, si ritrovi improvvisamente circondato da attenzioni e premure da parte della critica e del pubblico. Spesso, quando ciò accade, si tratta di un riconoscimento che arriva in extremis, magari frutto di un redde rationem da cui smarcarsi, condito da una malcelata benevolenza. Per Hammill non è stato così. L’attenzione (ri)trovata ha coinciso infatti con uno dei momenti più felici, artisticamente parlando, della sua carriera. Sessantanove anni compiuti lo scorso novembre, il cantante e compositore di Ealing negli ultimi quindici ha di fatto abbandonato ogni velleità commerciale, portando avanti un percorso sempre più radicale, una vera e propria sublimazione nel modo di creare e dare forma alle sue visioni musicali.

Anche in FROM THE TREES, come era già avvenuto nei precedenti …ALL THAT MIGHT HAVE BEEN…, CONSEQUENCES e THIN AIR, Hammill è solo con i suoi strumenti: principalmente chitarre acustiche ed elettriche, pianoforte e voci, tante voci. Ancora una volta la “forma canzone” si scioglie in mille rivoli, la prospettiva d’ascolto si rompe inesorabilmente in mille pezzi, scardinando le nostre certezze. Il fascino di brani come What Lies Ahead, Anagnorisis o Girl to the North Country sta tutto in questo andamento apparentemente ondivago, in questa frammentarietà a cui si è inevitabilmente tentati di trovare un verso, saltando da una scala all’altra come in una litografia di Escher. E invece il verso non c’è. Quella che abbiamo davanti ai nostri sensi è semplicemente ispirazione pura, da assumere a piccole dosi come preziose gocce di assenzio. Resta solo un dubbio: chissà se tutte le persone che ne hanno tessuto le lodi sono riuscite effettivamente ad arrivare in fondo ai quarantadue minuti e cinquantacinque secondi in cui si dipana FROM THE TREES, o magari hanno desistito a metà strada, come il protagonista della conclusiva e spettrale The Descent.

Sia come sia, per Hammill è finalmente arrivato il momento di godersi una clamorosa e meritata rivincita.

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