Pubblicato il Agosto 6th, 2018 | by Lorenzo Barbagli
0The Mercury Tree and Cryptic Ruse – Cryptic Tree (2018)
1.Change All Your Passwords
2.Huntress
3.The Cold Flame Burns
4.Diffractions & Halos
5.Soaring Xenharmonic Plantain
Etichetta Self production/CD
Durata 24’50”
Igliashon Jones (guitar, synths) ● Ben Spees (guitar, synths, vocals) ● Connor Reilly (drums) ● Oliver Campbell (bass, vocals)
Sarà una seconda parte di anno molto intensa per i The Mercury Tree, splendida band che finora ci ha regalato album memorabili come PERMUTATIONS (2016) e COUNTENANCE (2014). In attesa dell’album in uscita il prossimo ottobre, il trio di Portland pubblica come sorta di antipasto l’EP CRYPTIC TREE, frutto della collaborazione con il musicista microtonale di Seattle Igliashon Jones attivo nei propri progetti Cryptic Ruse e City of the Asleep. Per l’occasione i The Mercury Tree si sono fatti coinvolgere in questa tipologia di composizione (come di recente hanno fatto in ambito rock pure i King Gizzard And The Lizard Wizard), procedura che sarà portata avanti anche nel prossimo lavoro, così da proiettare verso nuovi orizzonti le possibilità della già avventurosa musica proposta dal gruppo. Per coloro a digiuno di teoria musicale è giusto accennare che la musica microtonale non fa uso della scala diatonica che siamo stati abituati a conoscere (la cui caratteristica sono gli intervalli di un tono o di un semitono tra una nota e l’altra). Come dice il nome, comporre attraverso note microtonali significa utilizzare intervalli di tono ancora più piccoli del semitono e di conseguenza accordando il proprio strumento non in base al nostro classico temperamento equabile – che prevede la suddivisione in dodici semitoni dell’ottava (accompagnato dalla sigla TET ovvero Tonal Equal Temperament) – ma con altri micro intervalli e, come nel caso del qui presente EP, in 23 e 17 TET.
Il suono che ne consegue per un orecchio come il nostro non abituato ad infrastrutture tonali così elaborate risulta alieno ed estraniante. Tutto questo per spiegare e non allarmare l’ascoltatore impreparato, che sicuramente troverà disarmonica una musica del genere. I The Mercury Tree però sono dei maghi nel ricondurre molti passaggi a un senso di armonia o comunque a una consonanza delle forme, possibilità che molto spesso viene ignorata o esclusa da altri compositori microtonali più radicali. Il fatto curioso è notare soprattutto come il materiale di CRYPTIC TREE non si discosti molto dalla filosofia sonico/estetica dei precedenti lavori dei The Mercury Tree, a dimostrazione di come la band abbia saputo costantemente coniugare un approccio avant-garde a 360 gradi con la materia prog e math rock. E’ come se nei brani vigesse questa continua battaglia tra consonanza e dissonanza portata alla luce dalla giustapposizione tra le chitarre dell’ospite Jones e del leader Ben Spees. Proprio per questo quella che sulla carta poteva essere l’opera sperimentale più astrusa, complessa e sganciata dal contesto del gruppo, va invece a inserirsi benissimo e in perfetta continuità come un altro tassello essenziale nella discografia dei The Mercury Tree.