Pubblicato il Maggio 9th, 2018 | by Simone Ercole
0Roger Glover & Guests – The Butterfly Ball and the Grasshopper’s Feast (1974)
1. Dawn
2. Get Ready
3. Saffron Dormouse and Lizzy Bee
4. Harlequin Hare
5. Old Blind Mole
6. Magician Moth
7. No Solution
8. Behind The Smile
9. Fly Away
10. Aranea
11. Sitting In A Dream
12. Waiting
13. Sir Maximus Mouse
14. Dreams Of Sir Bedivere
15. Together Again
16. Watch Out For The Bat
17. Little Chalk Blue
18. The Feast
19. Love Is All
20. Homeward
Etichetta Purple Records/CD
Durata 48’28”
Tony Ashton (vocals on track 15) ● Les Binks (drums) ● Helen Chappelle (vocals on track 3) ● David Coverdale (vocals on track 8) ● Ronnie James Dio (vocals on tracks 11, 19 and 20) ● Jack Emblow (accordion) ● Ray Fenwick (guitar) ● Mo Foster (bass guitar, double bass, fingerpops) ● Kay Garner (backing vocals) ● Michael Giles (drums) ● Roger Glover (synthesiser, piano, guitar, bass guitar, percussion, backing vocals) ● John Goodison (vocals on track 5) ● John Gustafson (vocals on track 16) ● Eddie Hardin (keyboards, vocals on track 13 and background vocals) ● Jimmy Helms (vocals on track 12) ● Glenn Hughes (vocals on track 2) ● Eddie Jobson (violin) ● Chris Karan (tabla) ● Judi Kuhl (vocals on track 10 and backing vocals) ● Neil Lancaster (vocals on track 4) ● John Lawton (vocals on track 17) ● Mike Moran (piano) ● Ann Odell (piano) ● Micky Lee Soule (vocals on track 7) ● Barry St. John (vocals on track 3) ● Liza Strike ( vocals on track 9) ● Robin Thompson (bassoon) ● Nigel Watson (saw) ● Joanne Williams (backing vocals) ● The Mountain Fjord Orchestra led by David Woodcock and conducted by Martin Ford, John Bell and Del Newman
Un album basato su un poema per bambini di William Roscoe che ha come protagonisti degli animali parlanti? Esattamente. Inizialmente avrebbe dovuto occuparsene Jon Lord, allora tastierista dei Deep Purple, ma per via di impegni vari cedette il posto a Roger Glover, da poco ex bassista sempre dei Deep Purple. Diciamo subito che chi non ha mai ascoltato l’album e non conosce Roger Glover potrebbe tranquillamente alzare un sopracciglio all’idea di un libro per bambini musicato da un bassista rock; ma il risultato di questa operazione fu a dir poco memorabile. Glover infatti decise di coinvolgere una lunga e variegata lista di amici e colleghi e di realizzare un album dalle tinte pop di matrice Beatlesiana. Particolare fu la decisione di assegnare ad ogni cantante un personaggio della storia, dando origine quindi a una lunga serie di brevi brani collegati fra loro che traevano ispirazione dal mondo dei musical.
L’album è una tavolozza di suoni e voci di una tale varietà e qualità che è raro trovare altrove. Curiosa la presenza, ad esempio di David Coverdale e Glenn Hughes, allora membri dei Deep Purple, band dalla quale lo stesso Glover fu escluso l’anno prima; entrambi forniscono interpretazioni misurate e di gran classe, rispettivamente di Behind The Smile e Get Ready. Ottime anche le prestazioni di John Gustafson dei Quatermass nella più dura Watch Out For The Bat e di John Lawton (Lucifer’s Friend, Uriah Heep) nella bellissima Little Chalk Blue, tra l’altro non presente nell’album originale e aggiunta nella versione rimasterizzata. La lista è lunga: dalla divertente interpretazione alticcia di Tony Ashton in Together Again al sublime duetto tra Helen Chappelle e Barry St. John in Saffron Dormouse and Lizzy Bee, i salti stilistici e la varietà sono da applausi.
Un discorso a parte andrebbe fatto per il giovane Ronnie James Dio, senza ombra di dubbio la punta di diamante in quest’album, che ci delizia con il suo registro più delicato e quasi femminile in Sitting In A Dream e Homeward, per poi ritornare alla sua classica potenza nel gioiellino pop che di fatto traina l’album arrivando al primo posto in Belgio e nei Paesi Bassi: Love Is All. Di quest’ultimo brano, uno dei più belli e genuinamente contagiosi dell’album fu anche realizzato un cortometraggio animato dove possiamo conoscere i personaggi della storia. Qualche bell’intermezzo strumentale interrompe la carrellata di voci e rende il tutto particolarmente scorrevole, visto anche che i musicisti coinvolti sono del calibro di Eddie Jobson, Michael Giles e Mike Moran solo per citarne alcuni.
Insomma un album gioioso, colorato, variegato, con ottimi arrangiamenti ed efficaci composizioni. Quasi come se il colore e la genuina positività del pop inglese degli anni ’60 fossero stati trasportati nel decennio successivo, con tutti i vantaggi che la tecnologia ha potuto portare alla resa sonora. E soprattutto è doveroso notare il fortunato tempismo che ha permesso ad alcune delle più grandi voci della storia, sia per semplice bellezza di timbro che per personalità, di partecipare a quest’opera. Forse, e lo dico con un velo di tristezza guardandomi intorno, un album del genere non potrebbe mai essere pubblicato ed essere considerato e apprezzato ai giorni nostri.